Concordato Preventivo Biennale al via tra (molti) dubbi e gli ultimi rilanci del fisco

A poco più di un mese dalla scadenza (31 ottobre) per scegliere se aderire alla proposta del fisco sul “Concordato Preventivo Biennale” si sommano i dubbi (sulle cause di esclusione ma soprattutto sulla convenienza) che il fisco cerca di spazzare via con una “proposta irrinunciabile” dell’ultim’ora: e cioè una sorta di “sanatoria” per gli anni 2018-2022 che dovrebbe attirare gli indecisi.

Riepiloghiamo la questione:

- Cos’è il Concordato preventivo biennale? Ne avevamo parlato qui: è sostanzialmente la possibilità, anche per Agenzie Viaggi e Tour Operator, di determinare preventivamente il reddito da tassare per gli anni 2024 e 2025, sulla base di una proposta calcolata e avanzata dal fisco, indipendentemente dai risultati effettivi,

- Che caratteristiche bisogna avere per aderirvi? Tutte le agenzie viaggi e tour operator con ricavi per l’anno 2023 inferiori a 5milioni di euro (per l’esattezza: 5.164.569,00) e che non sono state oggetto di operazioni straordinarie (fusioni, trasformazioni, cessioni rami d’azienda, ecc.) possono aderirvi, assieme ad altre numerose eccezioni da verificare e che potete trovare riepilogate in questo mio articolo.

- Conviene aderire a tale proposta? Per il settore delle Agenzie Viaggi e Tour Operator ritengo che difficilmente si possa rispondere “si” a questa domanda, tenuto conto del fatto che il fisco propone redditi in aumento dal 5% al 25% (in base ai calcoli fatti su una discretamente ampia e varia platea che ho avuto modo di esaminare),

- Quando conviene aderire alla proposta di Concordato? Sicuramente conviene analizzare bene la situazione contabile ad oggi (settembre/ottobre 2024) quando molti degli operatori hanno sicuramente un quadro chiaro e definito dell’andamento delle ultime stagioni invernale/estiva e hanno già in cantiere, se non definitivamente in porto, le pratiche da qui a fine anno: in questo caso se rispetto al 2023 c’è stato un incremento di reddito che supera in maniera significativa la proposta del fisco, allora conviene aderirvi; così come conviene aderire a chi ha stipulato contratti che gli garantiscono entrate certe per il 2024 e 2025 che superano quanto proposto dal fisco,

- E’ vero che chi non aderisce alla proposta di Concordato viene segnalato per futuri controlli fiscali? Sicuramente la norma (articolo 34, comma 2, del decreto legislativo n. 13 del 2024) prevede che “L’Agenzia delle entrate e il Corpo della Guardia di finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l'attività di controllo nei confronti dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadono”: il tutto sta nel vedere quanti effettivamente aderiranno al Concordato: se, come si ipotizza, saranno in pochi allora l’intensificazione dei controlli dovrà per forza di cose scontrarsi con le disponibilità di personale da dedicare ad un numero molto ampio di soggetti, riportando di fatto le probabilità di verifiche a quelle attuali,

- Sono allo studio proposte per rendere più appetibile il concordato? Si: il “jolly” che il fisco vorrebbe giocarsi all’ultimo minuto per attirare i molti indecisi è la proposta chiamata “ravvedimento speciale” (perché i termini “condono” e “sanatoria” sono ovviamente off-limits) che consiste nel versamento di un importo (imposta sostitutiva variabile in base a diversi parametri) per rendere non accertabili gli anni dal 2018 al 2022, mettendo quindi una pietra “tombale” su tali anni, ma alla sola condizione di aderire al concordato per il 2024 e 2025.

La situazione è ancora in pieno divenire, quindi, a poco più di un mese dalla scadenza (salvo nuove proroghe).

Il mio suggerimento è di tenersi pronti “simulando” il possibile reddito di chiusura del 2024 in modo da poter valutare poi la proposta di Concordato prima della scadenza.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.euwww.travelfocus.it

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