Via col sole

Ne avevo parlato già tempo fa, dunque non tornerò sul come e sul perché sia nato. Resta il fatto che il turismo delle eclissi continua a spostare persone: studiosi ma anche curiosi e inseguitori per passione di fenomeni astrofisici. Dopo i viaggi spaziali per pochissimi tycoons sparsi sul nostro pianeta - viaggi che hanno tenuto le pagine turistiche e le conferenze del comparto per qualche tempo per poi dissolversi come meteore - e alle soglie della (annunciata) colonizzazione di Marte, piace ancora guardare al cielo semplicemente per concedersi il fugace lusso della meraviglia.

Quest’anno le eclissi solari annotate nel calendario della Nasa sono due, ne sono previste altrettante per il 2025 e per il 2026, una delle quali, quella del 12 agosto 2026, sarà totale e in parte anche visibile dall’Italia. Tutte porteranno comunque le persone a spostarsi e a viaggiare per puntare gli occhi verso l’incommensurabile meraviglia dello spazio. E il fatto che, come ci dice Rai News “centinaia di migliaia di turisti sono arrivati in Texas per assiste all’eclissi che oscurerà il sole per quattro spettacolari minuti”, dà la misura del fenomeno in atto ma, soprattutto, potrebbe suggerire come alimentarlo. Sappiamo infatti che nel corso del weekend molti hanno scavalcato oceani e continenti per soli quattro minuti di pura meraviglia.

Dunque, per chi voglia cimentarsi in una programmazione turistica delle eclissi a lungo termine, segnaliamo l’utile sito della Nasa, che guarda fino al 2100. L’osservazione degli astri, che accompagna l’umanità da sempre, sta infatti rapidamente riacquistando fascino. Le visite ai Planetari aumentano e non è escluso che la Sardegna possa presto diventare in questo una meta ambita. Accadrà se il nuorese diverrà sede dell’Einstein Telescope, l’innovativo Osservatorio europeo delle onde gravitazionali, per la cui candidatura si sta battendo il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, a capo del Comitato tecnico-scientifico che sostiene il progetto italiano. In un’intervista rilasciata a Repubblica è proprio lui a dirci che vincere la candidatura “sarebbe un grande successo per l’Italia e la Sardegna, che avrebbero non solo grandi ricadute scientifico-culturali, ma anche economiche”.

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