Il mercato delle agenzie di viaggi è dominato dalle solite sei macro-aggregazioni: Geo, Welcome, Uvet Travel Network, Bluvacanze, Gattinoni e Robintur. Lo scrivo da anni, l’ho ribadito pochi mesi fa: il resto fa tappezzeria. Dei magnifici sei, quattro godono di buona salute, uno (Bluvacanze) sta cercando la sua strada, il sesto non vive uno dei suoi migliori momenti.
La diagnosi è del direttore generale Uvet Network SpA Andrea Gilardi, al Biz Travel Forum 2018: “Siamo un’azienda di successo, che è stata appannata per un breve periodo e ora torna a essere quello che era!”. Gilardi è sincero: “Quando sono arrivato, 50 giorni fa, non ho trovato corporate pride” e chiede alle agenzie: “Non dovete avere paura, il passato è passato, dobbiamo contare sul vostro aiuto”.
Primo, il “breve periodo” non è stato tanto breve, perché il declino della rete si fa risalire all’uscita dal Gruppo guidato da Luca Patanè di Fabio Candiani (sono passati tre anni). Secondo, difficile trovare “corporate pride” quando la governance del network è stata, da allora, quantomeno confusa. Terzo, Gilardi non ha paura di chiedere pubblicamente scusa al trade, perché la sua uscita pubblica più famosa risale al 2014 ed è legata alla stessa invocazione, fatta però ad altre agenzie e in un altro ruolo.
Ci sono tre motivi per i quali conviene a tutti (competitor, agenzie, fornitori) che il “nuovo” Uvet Travel System funzioni. Primo, perché terminerà quella divisione delle spoglie che deprecavo per Valtur e altrettanto condannavo quando mi veniva detto, dal tal commerciale della concorrenza: “Eh, da Uvet Itn ne escono duecento, a fine anno, una ventina le abbiamo già prese noi”. Le agenzie vanno attratte da servizi e benefici, non da esaurimento dell’ossigeno erogato dalla casa madre.
Secondo, visto che Uvet è ormai il secondo gruppo integrato verticalmente in Italia, se Alpitutto sta a Settemari / Amo il Mondo / Jump, Jumbo Tours sta a Made in Uvet, Voi Hotels sta a Uvet Hotel Company e Neos sta a Blue Panorama, non può non esserci un robusto competitor per Welcome e Geo. Più robusto, sotto alcuni aspetti, perché il driver non è la proprietà industriale (Alpitour e Costa, ma anche MSC per Bluvacanze), ma un’impresa che nasce come retail e nei servizi (vedi Uvet GBT) ha ancora il la sua attività “core”. Che poi si riesca a mettere a regime tutti gli attori è un altro discorso: io stesso esprimevo qualche perplessità ai tempi dell’acquisizione di Settemari.
Terzo, perché delle ormai famose 1000 agenzie del Club di chi vende pacchetti in Italia, magari duecento sono Uvet, e serviva un capitano, una rotta e una nave per accompagnarle nel burrascoso oceano della vendita di viaggi.