Sessantuno milioni di euro di volume d’affari leisure, tra t.o. e biglietteria. Sei milioni di business travel (valori entrambi del 2019). Quarantotto dipendenti (assunti anche i commerciali). Fondato nel 1993 a Viareggio, rilevato nel 1994 dal titolare attuale. Sede di proprietà. È un tour operator. Fuori il nome!
Scommetto che una buona parte dei lettori di Whatsup (quindi di addetti ai lavori) non solo ignori Glamour Tour Operator, ma non abbia idea di chi sia il titolare e - peggio ancora - non sia mai stata a Viareggio. Peccato, perché la Versilia merita: non a caso Briatore - che è di Cuneo - ha aperto il suo Twiga da quelle parti.
Glamour Tour Operator è di Viareggio, provincia di Lucca, dove devi andarci apposta, non è che ci passi per andare da Roma a Milano. Ed ecco perché fa 60 milioni e non lo sa nessuno.
1. In provincia si lavora bene, e il personale è affezionato. Valeva la stessa cosa nell’Alpitour di Cuneo, trent’anni fa, o nella Eden Viaggi di Pesaro, quindici anni fa. Intorno a un’idea imprenditoriale si aggregano menti giovani, magari senza esperienza, ma con curiosità e voglia di lavorare. Dopo dieci o vent’anni quell’esperienza è maturata, la voglia di lavorare c’è ancora, lo stress della città è sconosciuto. La mattina si portano i bambini a scuola, a pranzo si torna a casa, alla cena di Natale non manca nessuno perché tutti abitano nel raggio di 10 chilometri. E poi, vogliamo dirla tutta? In provincia i matrimoni reggono più che in città, uno stress in meno. Infine, non è che si abbiano (a Cuneo, a Pesaro, a Viareggio) tante alternative di lavoro, nei viaggi...
2. Poche cose, ma quelle si fanno al meglio. Tour operator lungo raggio (America, Africa, Australia e Pacifico, Oceano Indiano, Medio e Lontano Oriente), biglietteria come consolidatore per 800 agenzie, business travel e Mice. Glamour fa solo tre cose, punto. Europa e corto raggio? No. Sharm el Sheikh e Djerba? Neanche. Incoming sull’Italia (caspita, siamo in Versilia)? Mai preso in considerazione. Programmare il lungo raggio è cosa complicata (pensate a Quality Group o a Viaggi dell’Elefante, ad Alidays o a Idee per Viaggiare): servono risorse preparate, conoscenze approfondite, destinazioni conosciute a menadito (altro che Google + Booking). E se perdi il PM sul Messico non ci puoi mettere quello dell’Australia. Ovvio che le agenzie te lo riconoscano, e se il preventivo gli arriva in due ore, anziché in due giorni, sono contente.
3. È la testa che conta, e Luca Buonpensiere ce l’ha. Torinese di nascita, ma viareggino di adozione, liceo classico, scienze politiche in università (non terminata, c’era da lavorare) a Pisa. Famiglia di albergatori (padre Enrico presidente storico della Coalve, la cooperativa degli albergatori viareggini), turismo vissuto fin da piccolo, ma chi in Versilia non c’ha a che fare?! Gestisce Glamour T.O. dal 1994, subito Iata, il primo business è fornire biglietteria aerea alle agenzie, il lungo raggio segue naturalmente. Dopo quasi trent’anni Buonpensiere fa ancora quello che ha pensato allora, solo che - udite, udite, siamo a Viareggio, non nella Milano social e tecnologica - non smette mai di aggiornarsi, imparare, sperimentare. E rischiare, del suo, perché in provincia i fondi speculativi non arrivano e se vai fuori col fido ti trovi il direttore della banca di credito cooperativo locale che ti aspetta al bar di sotto.
“Nel 1994, insieme a quattro soci, mio padre comprò Glamour, che aveva due anni di vita: pensavano (o almeno così fu loro spacciata) che fosse un’attività in grado di portare stranieri in Versilia e quindi creare indotto alle loro attività alberghiere. Dopo pochi mesi mio padre, che non mi aveva detto nulla dell’operazione, chiese a me di occuparmene, visto che lui non ne sapeva molto. Ricordo che era venerdì e l’unica dipendente sarebbe andata in ferie il lunedì successivo. È iniziata così”.
Ecco Glamour. Se non la conosce nessuno, tanto meglio.