Alpitour, Mondadori e inattese somiglianze tra tour operator e case editrici

A Ferragosto non scrivo di balneari, overtourism e caldo africano (che noia), ma di libri. Meglio, di chi i libri li pubblica, quindi di case editrici. Perché dimostrerò inattese simiglianze tra tour operator ed editori. In Italia in particolare.

Cominciamo dai leader, Alpitour e Mondadori. Di Alpitour sappiamo tutto: cinque divisioni (tour operating, agenzie di viaggi, aviation, incoming, hotel management), cinque brand principali (Alpitour, Francorosso, Bravo, Turisanda, Eden Viaggi), proprietà TIP di Giovanni Tamburi, gestione affidata ai manager con a capo l'a.d. e presidente Gabriele Burgio. Arnoldo Mondadori Editore è il più importante gruppo editoriale italiano: tre divisioni (libri, media - comprendente anche le riviste - e retail), svariati brand (editoria con Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Fabbri, Piemme, Sperling & Kupfer, Frassinelli, BUR, Electa, De Agostini Libri; nelle testate coi cartacei Chi, Focus, Guida TV, Sorrisi e Canzoni e col digitale Giallo Zafferano e altri dedicati a salute, spettacolo, giovani; nel retail con oltre 500 librerie Mondadori Store), proprietà Fininvest SpA governata da Marina Berlusconi, gestione manageriale con a capo l'a.d. e direttore generale Antonio Porro.

Quante cose hanno in comune Alpitour e Mondadori? Molte, eccole:

1. Leadership di mercato - Mondadori detiene una quota del 27,6% del mercato libri trade, del 32% della scolastica, del 20,3% dei magazine (diffusioni a valore); ad Alpitour possiamo attribuire (con minore precisione) il 30% di quota di mercato del tour operating italiano e il controllo di circa il 40% delle agenzie di viaggi Italiane.

2. Ricavi al top - Nel 2023 la Arnoldo Mondadori SpA ha registrato € 905 milioni di ricavi con un EBITDA adj. pari a € 152 milioni e € 62,4 milioni di “risultato netto delle attività in continuità“; Alpitour Spa ha dichiarato € 2,4 miliardi di fatturato, € 141 milioni di margine operativo lordo e 50 milioni di utile netto. Se ne deduce che i margini di libri e riviste siano migliori di quelli dei viaggi. E in più, durante la pandemia i lettori di libri sono aumentati, mentre il numero di viaggiatori crollava.

3. Componente femminile largamente maggioritaria - 62% di donne sui 1.945 dipendenti Mondadori; 75% le donne che lavorano per Alpitour, su oltre 4.000 dipendenti. Però entrambi gli a.d. sono uomini.

4. La crescita avviene per incorporazione di altri marchi - Sia Mondadori che Alpitour hanno sempre fatto shopping: Fabbri, Piemme, Sperling & Kupfer, Frassinelli, Electa per la prima; Francorosso, Press Tour e Swan Tour per la seconda. Entrambe hanno comprato il concorrente più pericoloso: Rizzoli per Mondadori, Eden Viaggi per Alpitour. Entrambe - e qui la coincidenza è eclatante - hanno comprato un marchio “nobile” per natali e percezione del mercato: Giulio Einaudi Editore, quella dello struzzo, la casa editrice più prestigiosa della seconda metà del secolo scorso, è Mondadori dal 1994; Turisanda 1924 è nel portafoglio Alpitour dal 2018.

5. Origini e destini societari simili - La casa editrice A. Mondadori nasce a Ostiglia (Mn) nel 1907; Alpi viene fondata a Cuneo nel 1947: entrambe originano in provincia. Entrambi i fondatori non erano del settore: Arnoldo Mondadori era figlio di un calzolaio ambulante e analfabeta, Lorenzo Isoardi si occupava di commercio di legname (attività in comune, all'epoca, con un'altra famiglia di editori, i Feltrinelli). Sia Mondadori che Isoardi hanno guidato la propria azienda per tutta la vita, passando poi - non così convinti, peraltro - la mano ai figli: Alberto e Giorgio Mondadori, Guglielmo Isoardi. Entrambe le imprese non sono arrivate alla terza generazione: gli Isoardi escono dall’azionariato nel 2011, i Mondadori vent’anni prima, a seguito del “lodo Mondadori” che concesse la casa editrice di Segrate (vicino a casa sua, peraltro) a Silvio Berlusconi, a danno di Carlo De Benedetti.

6. Da società di famiglia a imprese manageriali - Per molti decenni Mondadori e Alpitour sono state governate dai fondatori, veri deus ex machina, coadiuvati da dirigenti fedeli alla linea; una volta passate di mano, la nuova proprietà ne ha affidato la gestione ai manager, sempre di alto profilo (oggi Antonio Porro a Segrate, Gabriele Burgio a Torino) lasciando loro molto spazio: tanto Giovanni Tamburi che Marina Berlusconi non entrano nel quotidiano delle rispettive controllate. Gestione manageriale, peraltro, non comune nel settore, sia editoriale (sono gestite dai proprietari Feltrinelli, Sellerio, Hoepli, e/o, La nave di Teseo, Iperborea ecc.) che turistico (Quality Group, Veratour, Idee per Viaggiare, Nicolaus Valtur ecc.).

Tante cose in comune tra t.o. ed editore. Vale anche per Quality Group e GEMS (Longanesi, Salani, Vallardi ecc.), Veratour e La nave di Teseo, Mangia's e Sellerio, Giver e Iperborea. Ve lo racconto dopo Ferragosto. Buone letture.

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