Comunicazione e marketing oggi devono necessariamente passare anche dai social media: ne sono consapevoli le aziende italiane, che negli ultimi due anni hanno incrementato (e non di poco) la propria presenza sulle piattaforme più utilizzate dai consumatori. Se, infatti, nel 2013 a presidiare almeno un canale social era il 64 per cento delle imprese, oggi è il 73 per cento, praticamente tre su quattro.
A recuperare terreno, spiega Event Report, sono state soprattutto le piccole e medie imprese, quelle che negli anni scorsi erano state meno ricettive – per motivi culturali e strutturali – all’ascesa del fenomeno social e che ora stanno invece colmando il divario con le aziende più grandi e più strutturate.
A fronte della positiva evoluzione della presenza, però, le aziende italiane sono ancora deboli sul fronte relazionale, con poco ascolto degli utenti e poca assistenza dei clienti.
Lo scenario della “socialmediability” delle aziende italiane è stato delineato dall’omonima indagine realizzata dall’Executive Master in Social Media Marketing & Digital Communication dello Iulm, che prosegue il monitoraggio effettuato a partire dal 2010 su 720 imprese di diverse dimensioni e operanti in 6 diversi settori merceologici (alimentare, arredamento, banche, ospitalità e moda) in ambito b2c e b2b.
La socialmediability, dice l’indagine, è l’indice che analizza gli aspetti sia quantitativi che qualitativi della presenza dei brand sui canali social secondo 5 dimensioni: l’orientamento al presidio dei social media, la gestione dei diversi canali, il bacino di utenti raggiunto, l’engagement degli utenti e l’attività di customer care svolta dalle aziende sui social.
Emerge dunque che a essere presente almeno su una piattaforma social è l’87 per cento delle grandi aziende (+6 per cento rispetto al 2013), il 67 per cento delle medie (+14 per cento) e il 62 per cento delle piccole (+12 per cento).
Il canale più presidiato è inevitabilmente Facebook, sul quale ha una propria pagina il 79 per cento delle imprese con almeno un profilo social, ma negli ultimi due anni è comunque aumentato anche l’utilizzo di YouTube (il 55 per cento delle aziende lo presidia), Twitter (48 per cento) e LinkedIn (45 per cento), con un picco di incremento per Instagram, balzato dal 4 per cento del 2013 all’attuale 34 per cento.