Avevano attraversato indenni rivoluzioni, guerre mondiali, dichiarazioni di indipendenza. Anche l’avvento di internet non aveva lasciato segni visibili su di loro. Ma la situazione a dir poco mutevole dell’economia (e del turismo) negli ultimi anni non li ha risparmiati: l’uscita di scena di Thomas Cook in Europa e di Cox & Kings India in Asia, a poche settimane di distanza, non è una notizia di poco conto.
Si tratta infatti delle due aziende che si palleggiavano il titolo di player più antico del turismo. Una contesa mai risolta perché, sebbene Cox & Kings vanti molti anni di vita in più di Thomas Cook, quest’ultima si qualificò fin dall’inizio come operatore turistico, mentre la società indiana nacque occupandosi di logistica militare.
La contesa, però, ormai ha poco senso di proseguire, dal momento che entrambi gli operatori sono usciti di scena. Senza soffermarsi sulla questione delle cause, è comunque significativo che i due ‘grandi vecchi’ del turismo abbiano dovuto cedere il passo a realtà più giovani.
Il volto del travel
Il mondo sta cambiando, il turismo anche. Come spesso accade con le persone, ci si dimentica spesso che anche Thomas Cook e Cox & Kings, un tempo, sono state giovani, arrembanti e pronte a cavalcare i mutamenti della società. Le due aziende sono nate quando ancora nessuno parlava di turismo o di pacchetti di viaggio.
Poi, più o meno all’improvviso, gli spostamenti iniziarono a riguardare non solo i ‘grand tour’ della nobiltà, i pellegrinaggi, il movimento dei soldati verso i vari fronti di battaglia o il commercio. Entrambe le realtà erano lì, a intercettare i bisogni di una nascente clientela e a fornire i relativi servizi.
Ora il turismo, dopo aver cambiato pelle centinaia di volte, si sta modificando ancora. Realtà nate da poco tempo (si pensi ad Airbnb) hanno conquistato in pochi anni un ruolo di primo piano. Operatori storici sono usciti di scena. E la profezia secondo cui la crisi avrebbe tolto dal mercato solo i piccoli operatori si sta rivelando clamorosamente errata.
L’addio al mercato dei due operatori più antichi del mondo segna un po’ l’anno zero di un nuovo modello economico. Anche tra le compagnie aeree sta succedendo qualcosa di simile: le uscite di scena dell’ultimo anno sono diverse e alcune clamorose. Così come sono vertiginose le crescite dei vettori più arrembanti.
Siamo probabilmente alla fine di un ciclo. I segnali ci sono tutti: ora si tratta di leggerli e interpretarli correttamente.