Oggi è una data cruciale per il mondo del turismo. Debutta infatti il Green Pass, il documento che attesta l’immunizzazione (tramite guarigione o vaccino) o la negatività al Covid e che consente di spostarsi all’interno dell’Unione europea. Il mondo dei viaggi ripone grandi speranze in questo strumento, che dovrebbe rimettere in moto la macchina del travel, rimasta ferma per troppo tempo.
Il Green Pass consentirà di evitare quarantene e tamponi all’interno dell’Unione europea e dell’area Schengen. Anche se non mancano i nodi ancora da scogliere.
Il primo riguarda le dosi di vaccino: il pass nasce per certificare l’avvenuta vaccinazione con un intero ciclo. Ma alcuni Paesi (tra cui l’Italia) rilasciano il certificato anche dopo la prima dose; in quest’ultimo caso il pass può servire per la partecipazione a eventi o per entrare nei Paesi che accettano una cerificati con una sola dose. Ma l’orientamento ora sembra quello di rilasciare il pass solo con le due dosi, anche alla luce delle varianti emerse ultimamente.
Stesse regole per tutti
La richiesta dell’Europa agli stati membri è di applicare tutti le stesse regole. È dunque presumibile che si vada verso un’omogeneizzazione delle norme. Che non riguardano solo le dosi ma anche il tipo di vaccini, dal momento che alcuni Paesi Ue accettano anche il russo Sputnik, non validato dall’Ema.
Per quanto riguarda le mete, al momento sono sotto osservazione le due più colpite dalla variante indiana, ovvero Uk e Portogallo.
I viaggi dall’Italia
Dalla Penisola, ormai tutta zona ‘verde’ secondo la mappa Ue, è possibile spostarsi in tutta europa con il certificato.
Per quanto riguarda i viaggi extra Ue, l’elenco della Commissione europea dei Paesi per i quali è opportuni sopprimere le restrizioni di viaggio, come riporta corriere.it, comprende Albania, Australia, Israele, Giappone, Libano, Nuova Zelanda, Repubblica della Macedonia del Nord, Ruanda, Serbia, Singapore, Corea del Sud, Thailandia, Stati Uniti d’America, Cina; ma sempre previa conferma di reciprocità. Ma la decisione spetta ai singoli Stati membri.