Quartier generale di Veratour a Roma. Stefano Pompili seduto nel suo ufficio esamina i dati delle vendite e tira un sospiro di sollievo, “è andata bene dai, abbiamo fatto il massimo”.
L’Italia era abbastanza scontata. Il fronte estero come ha risposto invece?
Per gli spazi che erano disponibili e aperti abbiamo realizzato risultati incoraggianti. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto dal nostro team. Non era semplice, ma su Spagna e Grecia ci siamo difesi bene.
Parliamo di numeri. Quanto vale la stagione estiva 2021?
Siamo a 50 milioni di euro di vendite effettuate e 15 milioni arrivano da Canarie, Grecia e dal resto della Spagna. Dopo una flessione di giugno abbiamo ripreso bene il ritmo.
Siete riusciti ad allungare la stagione in Italia?
Abbiamo un ottimo settembre con buona occupazione e quest’anno i villaggi in Sardegna e Sicilia sono stati aperti 127 giorni, con un load factor molto alto.
Sale la preoccupazione per la fase autunnale?
Preoccupati è una parola ormai superata. Siamo consapevoli del momento e in attesa di vedere corridoi e voli Covid tested. Abbiamo speranze per Sharm, Maldive e Santo Domingo. Noi tour operator siamo pronti a prenderci una buona fetta dei costi per i tamponi. I villaggi extra Ue sono pronti, mancano solo i turisti.
Altri Paesi hanno concesso l’apertura dei voli a chi dispone del Green Pass. Siete fiduciosi?
Questa volta un po’ di più rispetto al recente passato. Bisogna respirare la normalità in vista del 2022. A fine mese vedremo cosa deciderà il Governo.
Come è finita la vicenda voucher. Vi sono ancora grossi contingenti in giro sul mercato?
Purtroppo i volumi sono superiori alle attese e ci aspettavamo che quest’estate ci fosse un maggior consumo dei voucher. Il 30 aprile del prossimo anno andranno in scadenza e dovranno essere rimborsati.