Mancano poco più di 7 giorni al debutto del Green Pass obbligatorio per i dipendenti privati. Ma sono ancora diversi i dubbi che aleggiano su questa norma, una delle più discusse di questo periodo.
La prima questione è la conversione in legge del decreto, per il quale fino al 15 ottobre sarà possibile presentare emendamenti. Insomma, le norme in vigore dalla prossima settimana potranno ancora cambiare con la conversione in legge. E non mancano le richieste di chiarimenti da parte di associazioni di categoria e professionisti, come riporta corriere.it. Non solo: al momento non è prevista l’emanazione di linee applicative per il settore privato.
Un primo scoglio arriva dai numeri: si calcola infatti che il 10-15% dei dipendenti non sia ancora vaccinato.
I controlli
Le questioni che destano maggiori preoccupazioni riguardano in primis i controlli. Il decreto stabilisce infatti che il datore di lavoro non possa conservare i dati, compresa la scadenza del Green Pass. Il che significa fare controlli giorno per giorno. Le associazioni delle imprese chiedono di poter sapere in anticipo quando scadrà il Pass dei dipendenti, ma su questo si va a innestare la questione della privacy, dal momento che il dato consentirebbe di sapere se il dipendente è vaccinato o no.
Chiarimenti vengono anche chiesti riguardo le responsabilità del datore di lavoro in caso di focolai in azienda. Anche perché i datori sono tenuti a segnalare in prefettura i dipendenti scoperti senza green pass, il che li rende paragonabili a funzionari di pubblica sicurezza. Cosa che ovviamente le imprese non gradiscono.
Dubbi anche sull’obbligo di Pass per chi lavora in smart working: l’esenzione, chiedono gli addetti ai lavori, dovrebbe essere messa nero su bianco.