A breve gli Stati Uniti decideranno se e come limitare i viaggi, oppure quali regole introdurre per colore. Una decisione che arriverà a pochi giorni dall’alta stagione invernale e che ripropone un triste film già visto più volte negli ultimi anni.
Nonostante tutti concordino sul fatto che, prima ancora delle restrizioni, è l’incertezza e il cambio repentino delle norme a danneggiare il turismo, il copione si ripropone. Dopo la spinta arrivata dalle varie campagne vaccinali in giro per il mondo, sembra che insieme all’autunno sia tornata la tendenza a stabilire le regole all’ultimo minuto. Un trend che ha due effetti negativi: il primo è la rivisitazione dei programmi di operatori e viaggiatori, mentre il secondo è il drastico calo della voglia di prenotare. Una ‘tempesta perfetta’ che ancora una volta di abbatte sul turismo organizzato.
Ritorno al passato
Eppure sembrava che ormai questa fase fosse destinata, dopo due anni di incertezze, ad appartenere al passato. Con il lancio del Green Pass, che in un primo momento era stato studiato proprio per rilanciare i viaggi, il turismo sembrava pronto a tornare, se non ai livelli del 2019, per lo meno a una soglia tollerabile di business.
Le cose avevano poi preso una piega diversa, chiudendo l’operatività sostanzialmente alla rosa dei Paesi europei; prodotti che però sono ben lontani dal poter sostenere il turismo organizzato. La speranza è poi arrivata con i corridoi e la situazione sembrava aver raggiunto un suo punto di equilibrio.
Ma ora l’incertezza sembra essere tornata. E non è sicuramente un bene per il turismo, soprattutto a ridosso del Natale.