Danilo Curzi ci pensava da tempo. Marcelletti è un brand di un certo tipo, con “una lunga tradizione di qualità”. In questa intervista l’amministratore delegato di Idee per Viaggiare spiega l’operazione che ha concluso nei giorni scorsi e come intende rilanciare il marchio.
Facciamo un balzo indietro, fine 2019. Tutto ha inizio sotto Natale. Cosa aveva capito in quei giorni?
Che all’interno di Marcelletti si trovavano risorse di valore ed esperienza. Qualcuno di loro è venuto a lavorare con noi e piano piano ho iniziato a maturare la voglia di fare ripartire questo marchio storico.
Ma la pandemia ha bloccato tutto. Ora invece?
Noi di Idee per Viaggiare non improvvisiamo le destinazioni e per questo è stato necessario un periodo di studio.
A proposito di studio. È vero che da giovane studiava le strategie di Marcelletti?
Sì, è stato motivo di studio, perché come tour operator si è sempre mostrato fantasioso, con linee fuori dal comune.
Intanto dal prossimo anno intende riproporre il marchio. Come lo presenterà sul mercato?
Si chiamerà Marcelletti by Idee per Viaggiare. Abbiamo investito capitali della nostra storia per migliorarci ancora. Se non vi saranno intoppi legati alla pandemia contiamo di entrare nell’area Sudamerica con Argentina, Bolivia e Guatemala. Aspettando ovviamente di giocare al meglio la carta vincente Messico.
Lei ha detto che si tratta anche di un’operazione sentimentale...
In un post sui social ho scritto che certi marchi non dovrebbero mai morire. Ridiamo vita a un pezzo di storia del tour operating. Direi che c’è parecchio sentimento in questo.
E dai social sono giunti tanti attestati di stima per l’operazione. Si aspettava questa risposta?
Direi che siamo andati oltre le previsioni. In molti hanno colto la nostra intenzione di dare continuità a un’attività di un certo livello.
Di cosa ha bisogno ora il comparto turistico?
Le prenotazioni stavano ripartendo bene prima di queste settimane di fine anno. Ma ci stiamo abituando a tutto e faremo l’abitudine anche al viaggio sotto controllo sanitario. Non ci possiamo stupire più di nulla e ogni azienda deve aumentare la flessibilità.