“Un duro colpo inferto al settore”. Così una nota congiunta delle associazioni del comparto turistico definiscono il testo del decreto Sostegni ter. Il comunicato è firmato da Astoi Confindustria Viaggi, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro.
“Nonostante le ripetute rassicurazioni del ministro Garavaglia - si legge nella nota -, il dato di fatto è che questo Governo ha dimostrato ancora una volta la totale indifferenza verso il turismo organizzato, noncurante dei pesanti effetti economici generati dalle decisioni assunte”.
La Cassa integrazione
Il primo punto a finire sul banco degli imputati è quello relativo agli ammortizzatori sociali: “La richiesta ribadita più volte dal comparto era quella di prorogare la cassa Covid, mentre il Governo ha scelto di mettere a disposizione delle imprese in crisi gli strumenti ordinari che sono stati oggetto di riforma, con la sola esenzione sul contributo addizionale a carico dei datori di lavoro”. Il problema è che “gli ammortizzatori ordinari prevedono normalmente un’anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro e le imprese, in fortissima crisi di liquidità, non sono minimamente in grado di fare fronte a tali esborsi”.
Per ottenere il pagamento da parte dell’Inps, precisa la nota, dovranno essere prodotti una serie di documenti non previsti invece per la Cassa Covid. In definitiva, le procedure per l’attuale Cig sono più complesse e lunghe: fattore non da poco per un settore che di fatto è fermo da due anni. La conseguenza? “Le aziende saranno quindi costrette a licenziare a breve migliaia di lavoratori”.
Il fondo per il comparto
Anche il capitolo dei sostegni economici è ritenuto insoddisfacente. L’incremento da 120 a 220 milioni “risulta del tutto irrisorio”, affermano le associazioni considerata la platea dei beneficiari, che comprende hotel, guide, accompagnatori, agenzie di viaggi, tour operator. “Per l’ennesima volta è necessario rammentare al Governo che tour operator e agenzie di viaggi sono aziende ancora ferme per via di un decreto - risalente a marzo 2020 - che impone il divieto di spostamento per motivi di turismo verso molti paesi esteri”. Le attese erano di un indennizzo specifico, valutato dalle associazioni in 500 milioni di euro, per i danni del 2021.
I finanziamenti
E ancora, “il mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti, inoltre, sta già lasciando dei caduti sul campo e molte di più saranno le imprese che subiranno pesanti conseguenze fino alla definitiva chiusura se non si interverrà in modo mirato sul settore”.
La nota prosegue affermando: “A questo punto, si rivela indispensabile addivenire quanto prima ad uno scostamento di bilancio poiché non è accettabile che imprese che hanno perso oltre l’80% del proprio fatturato possano essere sostenute con pochi spiccioli e, per di più, danneggiate da nuove norme sugli ammortizzatori sociali che non considerano minimamente le relative esigenze specifiche”. Il comunicato ricorda ancora che alle aziende del turismo organizzato di fatto non viene data la possibilità di lavorare, viste le regole per i viaggi internazionali, stabilite con “decreti datati e senza senso che rimangono ancora in vigore, nonostante il diverso approccio degli altri Paesi europei e dell’Europa stessa sui viaggi”.
La nota si conclude con un duro avvertimento: “Qualora non vi fosse l’intenzione di sostenere questo importante segmento dell’economia, il Governo esca allo scoperto, si assuma le proprie responsabilità ed ammetta una volta per tutte la precisa volontà di decretare la morte di un settore rispetto al quale non nutre alcun interesse”.