È contenuta la reazione del turismo organizzato alle novità inserite nel decreto Ucraina, in materia di ammortizzatori sociali. Il testo, che tiene conto delle congiunture geopolitiche internazionali, mette a disposizione 8 settimane di assegno di integrazione salariale per i datori di lavoro del settore turismo che occupano fino a 15 dipendenti. Una misura che parzialmente sembra soddisfare le esigenze del comparto, già fortemente provato da due anni di pandemia, e che porta con sé alcune criticità.
“Nell’ultimo decreto accogliamo positivamente l’intervento sugli ammortizzatori sociali, in particolare per le imprese che non possono più ricorrere all'assegno di integrazione salariale per esaurimento dei limiti di durata nell'utilizzo delle relative prestazioni - dice il presidente di Fto, Franco Gattinoni, in una nota -. Nel turismo organizzato, in specifico, ne beneficiano tutte le imprese con meno di cinque dipendenti che avevano a disposizione in tutto 13 settimane per un intero biennio, esaurite completamente o quasi nel periodo gennaio-marzo. Si è infatti previsto ulteriore trattamento di integrazione salariale per un massimo di otto settimane fruibili fino al 31 dicembre 2022”.
L’iter burocratico
Il presidente Fto osserva, però: “La vera criticità è il pesante iter burocratico per usufruire degli ammortizzatori. Ad oggi - sottolinea - le domande Fis non sono ancora state accolte dall’Inps e quindi i dipendenti non sono stati pagati, se non grazie agli anticipi erogati direttamente dalle imprese. Per questo motivo avevamo richiesto a gran voce la continuità della cassa in deroga. Chiediamo con forza un intervento di Draghi e Orlando, perché se le norme non trovano efficace attuazione, il governo deve sentire la responsabilità ed intervenire per tutelare persone e imprese coinvolte”.
Per Gattinoni “sono comunque necessari anche alcuni interventi correttivi quali l’esonero del pagamento del contributo addizionale anche per le 8 ulteriori settimane e il credito d’imposta Imu previsto solo per alcune imprese della filiera del turismo. Chiediamo che il testo sia modificato e più in generale chiediamo ulteriori sostegni economici in favore di un comparto che sta cercando con enorme fatica di uscire da una crisi pesantissima”.
La posizione di Astoi
Preoccupata per le sorti del tour operating, invece, Astoi Confindustria Viaggi. Pur reputando “comprensibile” la scelta dell’Esecutivo, l’associazione sottolinea che la concessione “si rivolge esclusivamente ai datori di lavoro che occupano fino a 15 dipendenti, tagliando fuori le aziende più strutturate, ovvero la maggior parte dei tour operator”.
L’associazione invita il Governo ad “adottare misure ad hoc anche per le imprese più strutturate, ovvero: concedere ulteriori settimane di assegno di integrazione salariale Fis anche alle imprese over 15 dipendenti o, in alternativa, non conteggiare, anche parzialmente, i periodi di integrazione salariale fruiti da gennaio a marzo 2022 nel calcolo della durata massima dei trattamenti. Qualora tali correttivi non fossero praticabili, si chiede almeno una semplificazione sostanziale delle procedure legate alla Cigs”.