Il mondo che riapre al nostro mercato, quasi tutto e in contemporanea, è sicuramente un fatto positivo. Ma, avverte il ceo di Mappamondo Andrea Mele (nella foto), può comportare problemi di gestione del prodotto. “In verità, l’effetto rimbalzo troppo a lungo atteso, ha addirittura superato le attese e per poter rispondere in tempi rapidi alla domanda è risultato nevralgico disporre di accordi privilegiati con strutture alberghiere già testate, in modo tale da poter garantire conferme immediate su prodotti di qualità certificata”.
Mele ricorda che soprattutto in alcune mete come Thailandia o Indonesia il rapporto qualità-prezzo sia talmente premiante da poter concorrere a giusto titolo con una proposta Italia che ha subito fortissimi rincari. “Il mondo sta ripartendo e anche la voglia di viaggiare sta tornando a prendere il sopravvento sui timori connessi al conflitto russo-ucraino e alle difficoltà economiche. Certo – avverte Mele – il ritorno a una situazione pre Covid avverrà per gradi, ma quest’anno, salvo eventi particolari, in Mappamondo dovremmo riuscire a totalizzare il 60-70% dei volumi del 2019”. Un bel risultato, se si considera che il mondo si è riaperto solo nell’ultimo periodo e che il rincaro dei prezzi, specie nel comparto dei collegamenti aerei, fa necessariamente lievitare i costi dei viaggi a lungo raggio.
“Anche il cambio con il dollaro fa aumentare almeno del 10 per cento il costo dei servizi a terra. Grazie tuttavia ad allotment bloccati in anticipo, per i mesi estivi siamo riusciti a mantenere prezzi competitivi su destinazioni come Thailandia, Indonesia e Cuba, dove per le partenze di agosto garantiamo la conferma immediata dei servizi”.
Anche sul fronte del booking, il manager ritiene che la situazione vada normalizzandosi: “Le prenotazioni sono ancora sotto data, ma stiamo già ricevendo richieste per novembre. Un bel segnale, che fa preludere a una buona ripresa anche della stagione invernale”.