Prevale la voglia di rischiare e di vivere. Ezio Birondi riassume così il suo rientro sul palcoscenico. Dopo aver lasciato il gruppo Uvet “è arrivato il momento di uscire allo scoperto. Una scelta personale di coerenza con le mie aspirazioni”.
In questa intervista raccontiamo la nuova via del manager che per lunghi anni ha guidato Settemari. Il nuovo progetto è ormai realtà con una struttura aziendale formata da 8 soci partner. Si chiama Move, con sede nel centro di Milano.
Perché Move Birondi?
Il nome raggruppa quattro concetti precisi. Mobilità, ospitalità, viaggio ed esperienza. Siamo già operativi e la prima fase sta portando risultati decisamente interessanti.
Il progetto vede ancora le agenzie al centro del business?
Abbiamo una rete di agenzie straselezionate e performanti. A questo uniamo un gruppo di ambassador di valore. A 54 anni ho deciso di rimettermi in gioco. Ha prevalso senza dubbio la voglia di vivere. Avevo e ho ancora bisogno di esprimermi. Sono uno dei soci fondatori di Move che oltre alle vendite classiche sarà un vero e proprio organizzatore di esperienze.
Entrare sul mercato come player nuovo di zecca non sarà semplice…
Io sono certo, invece, che Move farà la differenza. Lavoriamo in un comparto molto autoreferenziale e per questo esistono grandi spazi di business. Abbiamo già attivato l’attenzione di partner finanziari, perché il nostro gruppo vanta manager di livello e imprenditori. Un giusto mix.
Sui nomi Birondi glissa, ma sono entrate in Move alcune figure note del mondo distribuzione-tour operator.
La O di ospitalità ricorda un suo vecchio progetto legato al mondo del ricettivo. Cosa c’è di concreto?
Abbiamo in mente la riqualificazione di immobili e la gestione alberghiera. Tutto con taglio sostenibile. In alcune occasioni ho spiegato che il mercato dell’ospitalità mi ha sempre attratto. Ora ho l’occasione di mettermi alla prova.
In questi due mesi fuori dal mercato del tour operating ha avuto il tempo di riflettere. Cosa ha visto da fuori della porta?
Penso sia finita la fase del reddito di cittadinanza. Finiti i crediti di chi si siede ad aspettare. Se non produci valore fai male anche al settore intero. A volte mi pare che il business reale sia la parte minore.
Un Birondi sempre diretto che non lascia spazio a fraintedimenti.
Proviamo un’altra volta. Lei crede ancora nelle agenzie? In tanti dicono che si tratti di un business finito…
Quando produci ricavi e non (solo) relazioni fai la differenza. Le nostre agenzie lo dimostrano, perché la nostra gente sa lavorare.
Occhio a Move.