Flat tax, immigrazione, incentivi al lavoro per i giovani, politiche sociali, conflitto Russia-Ucraina, ambiente. E poi ancora molti balletti relativi alle alleanze, alle candidature ei futuri ministeri. La corsa verso le elezioni del 25 settembre è entrata pienamente nel vivo e le prime battaglia infiammano già i media e conquistano ogni giorno le prime pagine dei giornali. E così sarà fino al giorno delle elezioni.
Ma a un mese e mezzo dal voto finora il tema del turismo sembra rimanere fuori dal dibattito elettorale, nonostante che da parte della filiera del comparto siano già arrivati i primi appelli e le prime agende con le richieste alla politica, indipendentemente dagli schieramenti. Su questa agenzia di stampa la scorsa settimana la redazione di TTG Italia aveva indicato alcune priorità da affrontare sin dalla fase programmatica: dalla questione Ministero ai sostegni al settore comunque ancora in difficoltà nonostante la ripresa; dal tema delle low cost e degli incentivi ai vettori dell’area all’abusivismo; senza dimenticare altre questioni come i balneari, la gestione dei flussi o i costi degli aeroporti.
Le prime reazioni
Un’agenda è poi stata stilata anche da Fto che due giorni fa ha a sua volta elencato i must da prendere in considerazione per rilanciare a tutti gli effetti il turismo e farne finalmente un’industria che conta e che genera cassa per l’economia del Paese. Tra i temi indicati fisco, ammortizzatori, formazione, sostenibilità, attenzione all’abusivismo, alla marginalità delle imprese e un giro di vite sul far west delle compagnie aeree low cost. Con il presidente Franco Gattinoni che aveva evidenziato come “la classe politica adesso impegnata in campagna elettorale debba e dovrà garantire massima attenzione alle istanze di un settore che contribuisce in modo decisivo a fare grande il brand Italia nel mondo”. E in precedenza il presidente di Astoi Pier Ezhaya aveva espresso grande preoccupazione dopo la caduta del Governo evidenziando come si dovrà ripartire da capo su molti temi caldi che invece avrebbero richiesto risposte certe e veloci.
Tutta l’industria del turismo resta ora in attesa dei primi segnali, nella speranza che arrivino presto e che la voce non finisca in fondo alle priorità della politica. Come purtroppo già avvenuto in passato.