Una stagione estiva che Cesare Landi (nella foto), amministratore unico di Fruit Viaggi, non esita a definire “Immensa”, vissuta su ritmi incalzanti. “E’ stata la prima vera estate post Covid – spiega il manager – e il rendimento sui villaggi in Italia è stato decisamente buono, proprio come i risultati ottenuti su Baleari e Rodi. Ora però è tempo di guardare all’autunno-inverno, dove presenteremo novità a medio raggio e forse una sorpresa anche a lungo raggio”.
L’obiettivo di chiusura per il 2022 è quello di arrivare a 20 milioni circa di fatturato, superando i numeri del 2019, pari a circa 16 milioni. Ma la vera sfida, accanto a una crescita ‘ponderata’ del marchio Fruit, è quella di puntare i riflettori su In Viaggi, brand recentemente acquisito per il quale i piani del t.o. sono ambiziosissimi.
“Nel piano industriale triennale che abbiamo messo a punto l’obiettivo è quello di arrivare ai 30 milioni di euro nel 2024. Entro fine ottobre avremo già in portfolio i primi collegamenti charter, che verranno utilizzati sia da In Viaggi, marchio generalista, sia da Fruit, che rimarrà il villaggista di casa”.
I dettagli del progetto verranno ufficialmente presentati durante la prossima edizione di TTG Travel Experience e in quella data si saprà anche chi sarà a guidare il nuovo brand all’interno del Gruppo Fruit in qualità di direttore generale: “Un nome noto al settore, che coordinerà l’attività sviluppata all’insegna di un’offerta flessibile quanto a tipologia di trattamento e durata”.
Intanto, semaforo verde anche per ‘Casa Fruit’, i nuovi uffici nati dall’ampliamento della vecchia sede reso necessario per ospitare la squadra di In viaggi. “Manterremo due marchi distinti: un generalista, In Viaggi, accanto al nostro villaggista Fruit, in modo tale da offrire un ventaglio di proposte diversificato”.
Sul futuro, Landi è ottimista, anche se “Indubbiamente il problema del caro prezzi esiste. Al momento abbiamo fatto affidamento su contratti vecchi, che ci garantivano buone condizioni. La situazione sarà più complessa nei prossimi anni, quando i disagi patiti dagli albergatori potrebbero farsi sentire in sede di rinnovo degli accordi”.