Rimodellare l'arena di internet per una maggiore concorrenza. Bruxelles ha stato varato con questo obiettivo il Digital Markets Act, diventato operativo a inizio mese e al quale i grandi dell'online extra-Ue dovranno adeguarsi entro il 2 maggio per poter ancora operare all'interno dell'Unione europea.
Le regole valgono per le principali aziende tech, che vengono ora definiti 'gatekeeper', ovvero sono identificati come 'punti di acceso' tra utenti commerciali e consumatori. La definizione viene data nel dettaglio, come riporta ilsole24ore.com e comprende i player con oltre 45 milioni di utenti finali mensili in Ue (oppure 10mila aziendali) e con una posizione 'consolidata e durevole'.
Il principio di base è semplice: ciò che è illegale offline lo deve essere anche online.
Da questo presupposto di base scaturiscono una serie di regole: ad esempio viene vietato di impedire che gli utenti si mettano in contatto con le imprese al di fuori della piattaforma. Inoltre i software preinstallati sui dispositivi devono poter essere rimossi dall'utente.
In generale, i gatekeeper, come riassunto da corrierecomunicazioni.it, non potranno favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti o impedire a utenti commerciali di raggiungere i consumatori. In altre parole, le grandi piattaforme come Google, che operano in diversi settori, non potranno 'spingere' i propri servizi a scapito degli altri e soggetti come Apple dovranno aprire le porte dei loro sistemi chiusi.
Airbnb e le nuove norme
Intanto, Airbnb si prepara ad affrontare le nuove norme Ue sui dati degli ospiti.
Stando alla bozza di legge ripresa da travelmole.com, il big degli affitti brevi, così come altre piattaforme simili, dovranno fornire alle autorità nazionali i dati riguardanti il numero di ospiti che utilizzano la piattaforma e le notti prenotate.
Le nuove misure in materia dovrebbero essere annunciate nel dettaglio la prossima settimana. Lo scopo è anche quello di offrire un quadro normativo omogeneo all'interno di tutta l'Unione europea.