È da luglio 2022 che l’incoming sta registrando un vero e proprio boom. E chi ha continuato a scommetterci negli anni sta raccogliendo frutti superiori alle attese.
“Siamo passati in poco tempo da 0 a mille – commenta soddisfatto l’amministratore delegato di King Holidays, Americo De Sousa (nella foto), che proprio dall’incoming ricava il 32-35 per cento dell’intero fatturato -. Il problema è che questa gran mole di lavoro porta con sé diverse criticità nelle relazioni con i fornitori”.
De Sousa si riferisce alla mancanza di personale che investe tutto il comparto e che porta chi offre servizi a non riuscire sempre a garantire il livello di qualità richiesto da King DMC.
“I pullman ci sono, ma mancano ad esempio gli autisti e lo stesso discorso vale per le guide e per gli assistenti in loco. Si lavora male; si fa molta fatica a garantire la qualità del servizio in hotel, a fronte di un aumento dei prezzi a volte immotivato. E’ la legge di domanda e offerta a guidare il mercato e stiamo assistendo a una ‘bolla di euforia’, con affluenze significative, anche di gruppi numerosi, dai mercati statunitense, latinoamericano ed europeo, guidato da Olanda e Belgio. Anche l’Asia ha ripreso a muoversi anche se più lentamente. Gli arrivi dalla Cina sono ancora pochi e Singapore e Malesia devono recuperare i numeri del pre pandemia”.
Per quanto riguarda le richieste, il manager non segnala particolari variazioni rispetto a prima del Covid: “Siamo specializzati sulle principali città d’arte - Roma, Firenze e la Toscana, Venezia, Milano - che restano le favorite dei gruppi: c’è infatti difficoltà a spingere su nuove destinazioni ‘minori’. Si lavora però molto più last minute e il tempo medio che si dedica a ogni preventivo è lievitato, anche a causa delle risposte tardive da parte dei fornitori”.
Il momento comunque è strategico e l’obiettivo è quello di cavalcare l’onda della ripresa, puntando dal 2024 a recuperare anche i numeri dal Far East.
“La marginalità garantita dall’incoming, specie dai viaggi incentive, è molto interessante e in aumento”.
Le premesse per fare bene ci sono tutte, considerato che “abbiamo già superato i risultati del 2019 e la crescita dovrebbe continuare” malgrado la paura di un ‘effetto bolla’ sia sempre dietro l’angolo.