Un fatturato consolidato che ha sfiorato i 2,1 miliardi, con un incremento di 7 punti percentuali su un 2023 già eccezionale, 2,3 milioni di passeggeri trasportati con Neos, di cui 206mila turisti stranieri in Italia e un totale di clienti che ha toccato quota un milione. Si è concluso nel migliore dei modi il 2024 di Alpitour World. Un risultato niente affatto scontato, come sottolinea il presidente e amministratore delegato Gabriele Burgio, che non nasconde come l’anno fosse iniziato male, con un crollo delle prenotazioni in Egitto dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas.
“All’inizio ero molto preoccupato - ammette in un’intervista al Corriere della Sera -, poi piano piano l’interesse per l’Egitto è tornato e, durante l’estate, la ripresa è stata importante. Dopo 12 anni alla guida di Alpitour World posso dire che, di norma, lo choc da conflitto dura circa sette settimane, dopodiché i flussi turistici riprendono. Nel frattempo noi siamo stati veloci a reagire, proponendo destinazioni alternative come Capo Verde e le Repubblica Dominicana”. E sottolinea ancora come il grande vantaggio di avere una compagnia aerea di proprietà sia la facilità con cui si possono riprogrammare e modificare le destinazioni di Neos senza essere vincolati da contratti con altri vettori.
Il nodo dell’offerta
Le prospettive per quest’anno sono di un aumento della domanda ma ora, spiega Burgio, la questione è capire se l’offerta riuscirà a stare dietro a questo costante incremento. “Aeroporti, aerei e ferrovie sono già al limite - fa notare Burgio -, servirebbe potenziarle ma i tempi sono molto lunghi. Ce ne siamo accorti con Neos: vorremmo potenziare la flotta, portandola da 16 a 19 aerei, ma, dopo anni, forse riusciremo a ottenere il 17esimo aereo solo ad aprile”.
Continua a crescere anche la richiesta di hotel a cinque stelle: “In Italia l’offerta è aumentata del 35%, ma non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda di un turismo che si va sempre più polarizzando fra offerte di fascia alta e bassa. Basti pensare che i nostri otto alberghi a cinque stelle hanno registrato, nel 2024, un tasso di occupazione del 73%. Vorremmo perciò rafforzare l’offerta, portando a 10 le strutture gestite dal nostro marchio di lusso VRetreats. Ma c’è tanta concorrenza dei grandi fondi, soprattutto statunitensi. Sono a caccia di strutture, tanto che l’anno scorso hanno rappresentato l’80% del totale investito sugli hotel italiani. I prezzi delle strutture stanno quindi salendo, non solo per i clienti”.