Il mondo croceristico è quello che è cresciuto di più nel corso degli ultimi anni, anche rispetto al traffico aereo. Questo lo scenario, più che promettente per il comparto, tracciato dai big del mondo delle grandi navi, riuniti ieri a Roma da Clia (Cruise Line International Association) per discutere di overtourism.
A parlare sono i dati. Nel 2000 i passeggeri delle grandi navi erano poco meno di 10 milioni. Oggi, dopo 23 anni, sono più che triplicati, arrivando a oltre 30 milioni.
Gli italiani che nello stesso periodo andavano in crociera erano 200 mila ad inizio millennio, mentre sono stati quasi 1,2 milioni nel 2023 e quest’anno dovrebbero arrivare a 1,4 milioni. “La cosa più interessante però non sono solo i numeri, che ci riportano oltretutto ad affrontare il tema dei flussi e dell’overturism, bensì la qualità di questo tipo di turismo”, ha dichiarato Francesco Galietti, direttore di Clia Italia.
Flussi di qualità
Un turista crocerista spende infatti in media il 50% in più di un qualunque altro tipo di viaggiatore. Il 60% di coloro che scoprono una località con una nave, inoltre, tornano a visitarla una seconda volta nell’arco dei 5 anni successivi. “Insomma le crociere sono un straordinaria occasione per tutto il sistema Paese” ha dichiarato Leonardo Massa, vice president per il sud Europa di Msc Crociere. Sono infatti 180 mila circa i posti di lavoro, diretti e di indotto, che il settore occupa in Italia. Per rendere un’idea, solo Msc in un anno distribuisce circa 84 milioni di pasti, e i catering italiani vanno per la migliore. Inoltre il 30% dei ricavi generati da ogni singola crociera, vengono dalle attività fuori bordo, ovvero in gran parte dalle escursioni. “Ormai offriamo un’infinità di soluzioni per i nostri passeggeri – ha aggiunto Galiotti -, tanto che potremmo quasi parlare di personalizzazione del prodotto. E questo genera nuova clientela. Oggi i giovani Millennials crescono del 6% l’anno”.
Sostenibilità e sfide
Viaggi sempre più tailor made ma anche sempre più sostenibili. “Oggi le nostre navi sono dei gioielli di tecnologia – ha aggiunto Alessandro Carollo, vice presidente di Royal Caribbean -. Il 100% dell’acqua dolce a bordo è prodotta da acqua di mare e comunque ha un consumo medio inferiore agli alberghi. Ma ora abbiamo bisogno di infrastrutture per collegare meglio i porti con le città e gli aeroporti, e siamo alla ricerca di nuovi carburanti per rispettare l’obiettivo di emissioni zero”. Ad esempio le ultime navi prodotte dal gruppo di Miami, hanno già la possibilità di navigare con 3 alternative di carburanti meno inquinanti, ma sono quasi inutilizzati. Questo perché il metanolo è introvabile nei volumi richiesti e il Gnl (gas naturale liquefatto) in tutto il Mediterraneo ha 3 soli punti di rifornimento. Anche la questione elettrificazione delle banchine portuali è molto indietro. Molte grandi navi potrebbero infatti, una volta arrivate in porto, spegnere i motori e attaccare la corrente, ma solo il 3% delle strutture portuali è già predisposta.