Fatturati in crescita, ma caro prezzi e ricorso al last minute potrebbero erodere i conti delle aziende. Un’annata positiva, senza gli scatti in avanti del 2023 e con qualche novità sul fronte dei mercati più promettenti. I numeri quadrano e in casa degli operatori dell’incoming si comincia a ragionare sulla prossima stagione.
“Stiamo registrando una buona stagione, ma non a livello del 2023 - commenta Gino Acampora, ceo di Acampora Travel -:, un’annata eccezionale e probabilmente irripetibile. Troppe variabili, dalle guerre, alla crisi economica in alcuni paesi, al caro aerei, al caro prezzi in generale. Il mercato principale per l’Italia è sempre quello americano che ha retto abbastanza, ma in generale tutti i principali bacini hanno performato bene. In crescita il bacino arabo, anche in considerazione dei tanti voli diretti, ma anche Sudamerica e Australia hanno prodotto numeri interessanti”.
La tesi di Acampora viene riconfermata da Marcello Mangia, presidente di Mangia’s e Aeroviaggi: “L’andamento dei primi due terzi dell’anno è in linea con le aspettative e le nostre strategie di crescita. L’Italia rimane il nostro mercato principale, ma abbiamo registrato ottime performance anche in Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania. In merito alle previsioni di fatturato per il 2024, puntiamo ai 120 milioni di ricavi, con un Ebitda tra i 12 e i 13 milioni. Tuttavia, stiamo aspettando i dati di settembre per avere un quadro completo, poiché sempre più settembre si sta confermando come una prosecuzione dell’alta stagione, paragonabile ormai ad agosto”.
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