Continuerà a rimanere fissato alle 22 il coprifuoco in tutta Italia, ma potrebbero comparire delle ‘zone bianche’, ossia aree a minor contagio dove verrebbero allentate le misure di contenimento delle epidemie, permettendo a tutte le attività di riprendere appieno.
Sono queste alcune delle decisioni prese nella riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione in vista del nuovo Dpcm che dovrà indicare cosa è consentito e cosa no nel Paese dal 16 gennaio in poi.
Non si escludono però ulteriori strette, come il divieto di asporto per il bar dalle 18 in poi e il divieto di spostamenti fra regioni anche se in fascia gialla. Ma, nello stesso tempo, si pensa a riaprire i musei anche nelle aree ‘gialle’.
Le ipotesi verranno messe in campo oggi in una riunione fra il ministro agli Affari Regionali, Francesco Boccia, e i presidenti delle regioni.
La proposta di zona rossa automatica
Quello che fa più discutere a livello territoriale è la proposta avanzata dall'Istituto superiore di Sanità e condivisa dal Comitato tecnico scientifico di far slittare una regione automaticamente in zona rossa se l’incidenza settimanale dei casi supera i 250 casi ogni centomila abitanti.
In questo scenario, a rischio immediato di lockdown sarebbero Veneto e Emilia Romagna, ma anche altre regioni come la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, la provincia di Bolzano e il Lazio non sono messe molto bene. La contestazione dei presidente di Regione è che questo parametro potrebbe danneggiare i territori più virtuosi, che effettuano il maggior numero di tamponi e quindi trovano il maggior numero di casi positivi.