È andato tutto come previsto, senza intoppi o sorprese dell’ultimo minuto e l’Italia farà da pioniera in Europa. Il decreto che estende il certificato verde a circa 23 milioni di persone è stato approvato ieri all’unanimità dal Consiglio dei ministri. E il Green pass dal 15 ottobre e almeno fino al 31 dicembre diventerà un documento obbligatorio per l’intero mondo del lavoro, pubblico e privato.
Chi è coinvolto
Oltre ai lavoratori della Pubblica amministrazione, da metà ottobre anche i lavoratori delle aziende private, autonomi come tassisti, baby sitter, colf, badanti e professionisti, dovranno avere il passaporto vaccinale. La regola riguarda, come sottolineato dal Corriere della Sera, anche “tutti i soggetti che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato presso le amministrazioni” anche sulla base di contratti esterni. Per essere esentati serve il certificato medico. Severe le sanzioni, che arrivano fino alla sospensione dal lavoro e dallo stipendio.
Il Governo ha anche modificato la norma che prevedeva il rilascio del Green pass con la durata di dodici mesi per chi è stato malato e si sottopone a una dose soltanto di vaccino. Con il nuovo provvedimento chi ha contratto il virus e dopo la malattia fa la prima dose di vaccino, non deve più aspettare e può ottenere subito il rilascio della certificazione verde.
I tamponi molecolari avranno validità 72 ore. I test rapidi antigenici 48 ore e rimangono a pagamento, anche se a prezzo calmierato. Il costo sarà infatti di 8 euro per i minori e 15 euro per gli adulti. I test saranno gratuiti per i soggetti ‘fragili’.
Nel settore pubblico
Nel settore pubblico, i datori di lavoro dovranno definire entro il 15 ottobre 2021 le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo ove possibile che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro. Il lavoratore pubblico che non ha il Green pass verrà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione. Dopo 5 giorni di assenza, il rapporto di lavoro sarà sospeso e la retribuzione non è dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Chi viene sorpreso senza green pass sul luogo di lavoro rischia una sanzione da 600 a mille500 euro. I lavoratori che non effettuano i controlli rischiano una sanzione da 400 a mille euro.
Nel settore privato
Nel settore privato, sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta il Green pass quanti svolgano attività di lavoro dipendente o autonomo. Oltre ai dipendenti delle aziende, la lista comprende colf, baby sitter e badanti, ma anche titolari e dipendenti degli studi professionali - avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri - e tutti i titolari di partite Iva. La norma sull’obbligo di certificazione è estesa ai consulenti.
Medesimo discorso per titolari e dipendenti dei locali, che dovranno avere la certificazione al pari dei clienti. La norma vale per ristoranti e bar, palestre, piscine, circoli sportivi, lavoratori dello spettacolo e delle sale da gioco. Dovranno avere il Green pass anche i tassisti, i conducenti dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza e quelli del trasporto locale. Obbligatorio anche per chi lavora nei negozi, nelle farmacie, nei tabaccai e nelle edicole.
Per i dipendenti privati sono i datori di lavoro a dover garantire il rispetto delle prescrizioni e anche in questo caso, il lavoratore che non ha il Green pass è sospeso. Non ha conseguenze disciplinari e mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore che viola l’obbligo rischia la sanzione da 600 a mille500 euro, mentre i datori di lavoro che non dispongono controlli e verifiche rischiano una sanzione da 400 a mille euro. Per le aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del Green pass, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata del contratto del sostituto e non oltre dieci giorni.
Fra i nodi ancora da risolvere, quello di chi lavora in smart working: al momento non è stato stabilito se deve avere il Green pass e dunque decideranno i ministri Brunetta e Speranza.