“Credo ci siano le condizioni per un’estate senza restrizioni”. La buona notizia arriva dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che si dice ottimista sulla possibilità che anche in Italia si possa trascorrere una stagione libera da vincoli e obblighi dovuti al Covid.
Una tendenza alla normalità quella caldeggiata da Costa, che riprende le parole del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che già a fine marzo auspicava che da maggio si sarebbe potuti tornare alla normalità, con “regole uguali a quelle degli altri Paesi”, cosa che permetterà all’Italia di giocare ad armi pari con i competitor mediterranei.
La svolta di maggio, tanto attesa dal turismo, comprenderebbe fra le altre cose un progressivo ‘abbandono’ del green pass, un diverso rapporto con le mascherine e regole rinnovate per quanto riguarda le attività economiche, in particolare nel turismo per le distanze interpersonali nei locali e sulle spiagge.
Il condizionale resta comunque d’obbligo: a raffreddare gli entusiasmi, infatti, in questi ultimi giorni sono il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, che invitano alla cautela, “perchè - dice Speranza - la circolazione virale è ancora molto alta” e, aggiunge Locatelli “è finita l’emergenza, ma non è finita la pandemia”.
Green pass e mascherine
Così, se è quasi certo che il green pass dal 1 maggio non verrà più richiesto per accedere ai luoghi di lavoro, nelle palestre al chiuso, sui trasporti a lunga percorrenza, nei ristoranti al chiuso, in cinema, teatri e così via, minori certezze ci sono invece per l’eliminazione dell’obbligo di mascherina al chiuso.
È il grande tema di dibattito di questi giorni, e al momento è atteso un pronunciamento da parte del Governo. La road map prevedeva, infatti, dal 1 maggio l’abolizione dell’obbligo di mascherina al chiuso, ma visto che i contagi ancora non si abbassano e visto l’arrivo di nuove varianti, sembra che l’orientamento del Governo sia quello di una maggiore cautela in questo senso.
Fra le ipotesi, la riconferma dell’obbligo di mascherina sui mezzi di trasporto pubblici, magari passando dalla Ffp2 alla chirurgica, e nei luoghi dove possono verificarsi affollamenti, come in cinema, teatri, supermercati e uffici pubblici, almeno fino a giugno.
Altri invece prospettano una soluzione che lasci maggiore libertà ai cittadini: dall’obbligo si passerebbe alla raccomandazione, affidandosi al buon senso di ciascuno.