L’accordo per le concessioni demaniali potrebbe alla fine essere raggiunto. L’ultima bozza riporta potrebbe infatti contenere un emendamento dei relatori alla legge della concorrenza.
Nella bozza in valutazione sarebbe prevista la mappatura dei litorali e poi le spiagge sarebbero messe a gara. Il tutto non prima di cinque anni: ai proprietari attuali delle concessioni sarebbero garantiti infatti cinque anni per prepararsi, insieme a indennizzi rinforzati in caso di perdita della concessione.
Come riportato dal Corriere della Sera, in base al testo del decreto Concorrenza tutte le gare sarebbero dovute iniziare entro il 31 dicembre 2023. Se passasse l’emendamento, le gare che cominceranno entro il prossimo anno saranno solo quelle che riguardano le aree attualmente libere e i bandi dovrebbero tenere conto anche della ‘continuità d’impresa’ e degli ’investimenti già effettuati’.
In Italia ci sono circa 8mila chilometri di coste, di cui circa il 50% in concessione. Oltre 100mila attività ogni anno pagano un canone per occupare quello spazio di proprietà dello Stato.
Trentamila sono imprese balneari che ogni estate impiegano 100 mila addetti per un indotto stimato di 15 miliardi di euro l’anno. Ma per lo Stato che riscuote i canoni, le cifre sono sempre molto basse, poco più di 100 milioni di euro, con importi medi da 10-15 mila euro e casi da poche centinaia di euro per canoni mai ritoccati. Nel 2019 la legge di Bilancio ha previsto una riforma di tutto il settore, dalla rivisitazione dei canoni a quella del demanio marittimo, nello stesso tempo però ha prorogato al 2033 in automatico tutte le concessioni balneari esistenti, malgrado i continui richiami dell’Europa.