Entro oggi dovrebbe essere votato in aula il dl concorrenza, sul quale il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di spingere sull’acceleratore superando ogni scoglio possibile e imponendo, in caso di mancato accordo, la fiducia.
Un passaggio d’urgenza che però rischia di lasciare sul campo vittime illustri, nello specifico tutti gli alberghi e i villaggi turistici che hanno una spiaggia riservata prospiciente o collegata alla struttura. In sostanza, quasi la totalità dei villaggi turistici d’Italia.
Ad alzare l’attenzione sui problemi che l’impostazione del dl concorrenza sulla questione del demanio può creare a queste strutture è Federalberghi, che con Faita e Assonat, intervengono sulla questione.
“Occorre salvaguardare le peculiarità di alberghi, villaggi, campeggi, porti e approdi turistici e scongiurare il rischio che la fretta induca a fare di tutta l’erba un fascio” dicono le associazioni. Che spiegano: “Riteniamo che debba essere rivolta una considerazione particolare ai casi in cui l’attività svolta su suolo in concessione è connessa con un’altra attività svolta su suolo privato, come accade per le spiagge che ospitano i clienti delle strutture ricettive prospicienti o comunque collegate con le strutture stesse. Si tratta di imprese che, se venissero private della concessione, subirebbero una mutilazione doppia, che non potrebbe essere compensata dall’assegnazione di una nuova area in altra posizione. Ulteriori particolarità riguardano le aziende che gestiscono una pluralità di strutture (per le quali è necessaria una spiaggia per ogni albergo o campeggio) e le aziende di più grandi dimensioni, che necessitano di spiagge di dimensioni adeguate alla capacità ricettiva”.
“Altrettanto peculiare è la realtà rappresentata dai concessionari che realizzano e gestiscono le infrastrutture dedicate all'ormeggio con finalità turistico ricreative di unità da diporto, in sostanza porti turistici, approdi e punti di ormeggio. Auspichiamo che l'affidamento delle concessioni avvenga sulla base di procedure di evidenza pubblica e nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento e, nel caso di rinnovi, valorizzando l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione alle attività del diporto, gli investimenti effettuati, la stabilità occupazionale e la continuità delle attività economiche, definendo criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante, in ragione dei predetti criteri e del valore aziendale dell'impresa.”
Le tre associazioni di categoria sostengono, quindi, che la fretta non debba essere cattiva consigliera, pena un’estate stravolta.
“Federalberghi, Faita e Assonat chiedono pertanto che il processo di riforma della materia definisca dei parametri ad hoc per le diverse categorie di imprese titolari di concessioni demaniali, prevedendo altresì che, in caso di mancato rinnovo della concessione, l’indennizzo venga commisurato al danno complessivo che la mutilazione infligge all’impresa”.