“L’aumento dei prezzi è come una febbre: è un sintomo, ma non è la causa, e in un momento come questo – dove il turismo, anche secondo l’FMI, è traino per l’economia nazionale – abbiamo il dovere di procedere con cautela e dare risposte che siano strutturali e non emergenziali”. Così Daniela Santanchè (nella foto), ministro del Turismo, commenta i dati resi noti oggi da Demoskopika sul caro prezzi dell’estate.
“I numeri sui rincari estivi diffusi oggi da Demoskopika riflettono un dato: abbiamo un problema di inflazione, anche nel turismo – dice il ministro -. Questi dati, però, non ci devono spingere ad agire in maniera istintiva. È compito del Ministero del turismo analizzare le cause per dare una ricetta corretta”.
Santanché evidenzia come l’aumento dei prezzi sia un fenomeno trasversale: “Come Governo abbiamo scelto, sin dal primo momento, l’intervento per abbassare i costi di famiglie e imprese. Oggi, con l’aumento dei tassi di interesse e con il costo del denaro sempre più elevato, dobbiamo ipotizzare nuove soluzioni perché la crescita dei prezzi è un fenomeno trasversale, che sta investendo tutte le componenti dell’economia europea e che spesso viene influenzato o co-determinato da fattori esterni, riferibili a eventi traumatici e imprevedibili, come guerre o pandemie. È evidente che bisogna agire di squadra, coinvolgendo tutti gli attori interessati – grande distribuzione, commercianti, esercenti e produttori, associazioni di consumatori –, affinché l’inflazione non diventi strutturale”.
Per quanto riguarda in specifico il comparto, il ministro sottolinea: “Nel turismo, l’inflazione viene trainata dal caro-voli, rispetto al quale i ministri Urso e Salvini hanno posto l’attenzione sul piano legislativo, focalizzando l’azione sul concetto di continuità territoriale, al fine di calmierare i rincari in primis per i cittadini di Sicilia e Sardegna, e anche monitorando eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei vettori. Ciò nonostante, l’ecosistema turistico si sta mostrando resiliente in diversi comparti, che registrano dati inflazionistici inferiori rispetto al dato generale del 16,2%: è il caso, per esempio, del turismo culturale – legato a cinema, teatri e concerti –, della ristorazione, dell’extralberghiero e del trasporto ferroviario. Dati che ovviamente non ci inducono ad abbassare la guardia; anzi, il Ministero del Turismo intende continuare a monitorare l’andamento della situazione, per arrivare a un livello inflazionistico che non incida negativamente sui flussi e sulla spesa turistica. Non escludo che mi senta nel breve periodo con le Regioni per costruire insieme una risposta con interventi congiunti”.