Doveva essere l’estate del consolidamento dei numeri e dei bilanci finalmente positivi sotto tutti gli indicatori. Ma non si erano fatti i conti con l’inflazione, che penalizza il potere di acquisto delle famiglie e degli italiani in generale, con pesanti ripercussioni sulla capacità di spesa.
Dal report FragilItalia elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos arriva la stima provvisoria dell’andamento dei prezzi al consumo a luglio, e con essa un dato allarmante: l'aumento dei prezzi sta costringendo il 51% degli italiani a ridurre le spese per attività culturali e di svago. Una tendenza destinata a proseguire, come riporta il Sole 24Ore, con il 57% che si vedrà costretto a ridurre o evitare le spese in divertimenti e il 52% le cene fuori e i viaggi.
Viaggi a rischio
In particolare, il settore legato ai viaggi risulta fortemente penalizzato da prezzi fuori controllo.
Per chi si muove in auto, rimanendo magari all’interno della propria regione o concedendosi un viaggio in una destinazione vicina, la benzina è ai massimi da fine luglio 2022. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il garante dei prezzi Benedetto Mineo hanno specificato che i rincari sono in linea con il rialzo delle quotazioni del petrolio e non vi saranno ripensamenti sulle accise.
Voli proibitivi
Non cambia il discorso per chi sceglie di volare: come riporta il Corriere della Sera infatti, gli italiani che hanno volato nei primi sei mesi di quest’anno su rotte nazionali, europee e intercontinentali hanno speso in media il 52% più dello stesso periodo del 2022. Sono soprattutto i voli a lungo raggio a guidare gli aumenti, con un +58% sul primo semestre del 2022, in parte motivato dall’impennata dei viaggi Italia-Usa. Ma a crescere sono anche i costi dei voli a medio raggio in Europa, che registrano il +41%. Più o meno stesso incremento medio anche per i collegamenti nazionali. Con alcuni picchi verso Sicilia e Sardegna.
Hotel, tariffe alle stelle
Passando agli hotel, la situazione è identica. Incrementi a doppia cifra sono evidenti anche confrontandosi con il 2019, oltre che con l’anno scorso. I dati diffusi da Mabrian Technologies spiegano il trend: per una notte in un hotel 3 stelle in Italia la spesa media nel periodo da giugno ad agosto 2023 è di 122 euro (+19,6% sullo stesso trimestre del 2019), che salgono a 174 euro in un 4 stelle (+11,5%) e a 431 euro in un 5 stelle (+18,4%).
Concorrono agli aumenti il rincaro delle materie prime ma anche un tasso di riempimento delle camere elevato, che oscilla tra il 75% di Venezia e l’85% di Napoli. Sale di conseguenza anche il RevPar che secondo Str si muove attorno al +50% sullo stesso periodo del 2019.
Infine, anche l’aumento del costo del denaro sta avendo pesanti conseguenze sul mercato dei mutui e, di riflesso, su quello della casa.