Aumentano gli occupati nel mondo del turismo, ma le professionalità restano a bassa qualificazione. Lo evidenzia un’indagine della Fondazione Studi consulenti del lavoro dal titolo 'Boom del turismo: crescono gli occupati, ma non la qualità dei profili'.
Secondo gli ultimi dati Istat, come riporta Adnkronos, nell’ultimo anno il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione è quello che ha registrato la maggior crescita occupazionale, segnando un +10,3% a fronte di un aumento medio dei lavoratori del 2,3%. Nel confronto con l’anno precedente, il numero di impiegati nel settore è passato da 1 milione 259mila a 1 milione 338mila (130 mila in più, pari al 25,3% dei nuovi posti di lavoro creati durante i 12 mesi).
Eppure, l’esplosione del turismo ha delle ombre: su 100 occupati, infatti, solo il 17,1% rientra tra le professionalità ad alta qualificazione, come manager, direttori, imprenditori e specialisti. La maggioranza (73,9%), invece, presenta una media qualificazione (addetti alle vendite, ai servizi, al marketing), mentre le figure a bassa qualificazione (addetti pulizie, magazzinieri, fattorini) sono il 10% circa.
Il turismo, inoltre, è il settore dove in Italia si registra il più alto livello di 'over qualification': su 100 persone con un elevato livello formativo, 72 sono impiegate in posizioni per cui non è richiesto il grado di istruzione conseguito.
A trainare la crescita del turismo è il lavoro dipendente, che assorbe la quasi totalità della nuova occupazione (+13,8%), mentre quello autonomo appare meno dinamico (+1,9%). E 'sorridono' le donne: l’occupazione femminile nel settore, infatti, segna nell’ultimo anno un +15,5% (quasi 100mila occupate in più), contro il +5,5% registrato dagli uomini.
Il boom del comparto sta interessando soprattutto il Nord-Ovest che, con 56mila lavoratori in più e un incremento occupazionale del 16,6%, supera di gran lunga il Nord-Est (12,2%) e il Mezzogiorno (9,8%). Il Centro è l’unica area ad aver registrato un aumento più esiguo (+2,2%).