Ancora una volta, un nulla di fatto. La Fase 2, che partirà il prossimo 4 maggio, non dà nessuna fumata bianca per il mondo del turismo, malgrado il comparto sia stato citato nella conferenza stampa che il premier Giuseppe Conte ha tenuto il 26 aprile.
"Non dimentichiamo settori come il turismo. Stiamo parlando di un settore che, con l'indotto, rappresenta il 13-14% del Pil. Non lasceremo soli gli operatori, il comparto avrà bisogno di un robusto sostegno economico del governo", ha detto il premier, riferendosi al prossimo decreto economia, atteso per aprile ma probabilmente pronto per maggio.
I viaggi dal 4 maggio
Non è invece risultato affatto chiaro quando sarà consentita la riapertura delle agenzie di viaggi, dei lidi balneari e dei viaggi per motivi di turismo.
Il prossimo 4 maggio, infatti, saranno nuovamente consentiti gli spostamenti fuori dal proprio comune anche per la visita ai congiunti, ma l’allargamento delle maglie finisce lì. Nessuna autorizzazione a varcare i confini delle proprie regioni di appartenenza e, anche all’interno delle proprie regioni, rimane il vincolo di spostamenti motivati soltanto dalle consuete urgenze, oltre anche per le visite ai parenti.
Insomma, nessuna possibilità di una pur minima ripartenza per il comparto. E anche il futuro prossimo appare nebuloso, almeno per quanto riguarda il balneare, unico settore citato dal Presidente del Consiglio: “Faremo il possibile nei prossimi giorni per intervenire sui balneari, sulle attività dei balneari, in modo da consentire una programmazione ben articolata e strutturata e quindi molto più cauta della stagione balneare”.
Anche qui, tocca attendere.
Il 18 maggio e il 1 giugno
La data da segnare sul calendario sembra essere quella del 18 maggio per la riapertura almeno delle agenzie. Secondo il timetable fornito dal premier in conferenza stampa, infatti, a quella data dovrebbe poter riaprire il commercio al dettaglio, e quindi anche le adv.
Nella stessa data dovrebbero poter ripartire i musei e le mostre, seppure a ingresso contingentato, mentre bisognerà attendere il 1 giugno per ristoranti, bar e esercizi di somministrazione.
Meno chiaro, invece, risulta essere l’eventuale sblocco delle partenze verso altre regioni oltre la propria, o comunque dei viaggi anche all’interno della propria regione ma senza i vincoli dei motivi di urgenza e indifferibilità.
In mancanza di questo, il turismo non potrà comunque ripartire.