L'ultimo triennio ha messo a dura prova i conti delle agenzie di viaggi. L'ossigeno arrivato dalle vendite della scorsa stagione e le buone prospettive per l'estate non bastano a sanare l'enorme voragine che si è creata nel pieno dell'era Covid.
Alla complessa situazione generale si va ad aggiungere la vicenda voucher, mai completamente archiviata. A lanciare l'allarme è Enrica Montanucci (nella foto), presidente Maavi, che in una comunicazione segnala "una diffusa ansia data dalla pressione delle banche, dalle richieste di rientro definitivo dei voucher e dalla storia dei 39 milioni". L'ultima cifra fa riferimento agli aiuti di Stato programmati lo scorso anno che ancora devono contretizzarsi.
Il risultato è una sorta di 'tempesta perfetta' che rischia di minare la sopravvivenza di molti punti vendita. A proposito delle banche, sottolinea Montanucci, "eravamo rimasti con azioni da fare in merito alle moratorie ed allo stato dei meriti creditizi per la categoria. Invece i maggiori istituti bancari stanno facendo pressioni".
Il nodo dei voucher
A questo si aggiunge la restituzione dei vari voucher emessi nei primi mesi della pandemia, per i quali stanno scattando i termini dela restituzione. Una questione, sottolinea il presidente Maavi, che "ci sta letteralmente divorando i guadagni che ci consentirebbero di andare avanti serenamente". Insomma, nutrimento per le casse ci sarebbe: ma i voucher rischiano di assorbire gran parte delle entrate. A questo proposito, Montanucci rilancia la proposta di un tavolo con il Ministero dell'Economia "per quel famoso prestito a 10 anni a copertura dei voucher rimborsati e da rimborsare, senza merito creditizio, che ci consenta di riprenderci finanziariamente a nostre spese".