Non deludono mai le attese. Stavamo attendendo da qualche giorno la presa di posizione di Ryanair sull’aumento delle tasse sui voli in partenza dai principali scali italiani. Sia chiaro che non è una presa in giro, ma un’attesa vero. Questo perché il vettore irlandese su questo tema non lascia scampo a nessuno.
La Legge di Bilancio del Paese ha cercato di andare a racimolare fondi in tutte le pieghe possibili del business e sui biglietti aerei si fa molto in fretta e, senza tanti ostacoli burocratici.
Eddie Wilson, ceo di Ryanair, ha invitato il nostro Governo “a revocare immediatamente questa miope e regressiva decisione di aumentare le tasse sui passeggeri nei più grandi aeroporti italiani dal 1° aprile 2025. Questa decisione illogica di aumentare l’addizionale comunale, insieme alla mancata rimozione del limite dei voli a Ciampino, sarà particolarmente dannosa per Roma, dove le compagnie aeree, come Ryanair, saranno costrette a ridurre la capacità proprio in vista del Giubileo”. Con questa frase il vettore di Dublino ha messo in guardia il Governo Meloni, forte del ruolo di trasportatore numero in Italia.
“La decisione arretrata del Governo italiano di aumentare la regressiva addizionale comunale di 0.50 euro (fino a 8 euro in totale) per ogni passeggero in partenza è in netto contrasto con quanto fatto da altri Paesi europei, come la Svezia, l’Ungheria, l’Irlanda e la Polonia che stanno abolendo le tasse sull’aviazione o riducendo i costi di accesso per promuovere la crescita del traffico”.
Ora diventa difficile per l’Esecutivo fare retromarcia sul provvedimento, perché sarebbe poi necessario andare a reperire altre risorse su altre filiere.
Sarà curioso vedere come Ryanair risponderà a questo sul lato operativo. Wilson ha infatti sposato la linea dello storico chief Michael O’Leary e non si escludono riduzioni di traffico per riposizionare le macchine su mercati meno tassati.