Alitalia fa il conto alla rovescia. Il prossimo 6 marzo dovrebbe arrivare il nuovo e tanto atteso piano industriale. Ma non mancano gli ostacoli, visto che le banche continuano a fare pressing sul vettore.
Gli istituti di credito, stando a quanto si legge su Sole 24 Ore, sembra non siano d’accordo nemmeno tra loro sulle risorse da fornire ad Az, con cifre che passano da un minimo di 600 a un massimo di 900 milioni di euro; risorse che sembrerebbero comunque difficili da trovare, vista la resistenza delle banche stesse a voler metter mano al portafogli.
Oltre alla mancata coesione tra azionisti, dunque, anche le questioni progettuali del piano sembrano essere messe in discussione.
Le previsioni di sviluppo ricavi fissate a un +42% nel triennio 2016-2019 vengono giudicate irrealistiche, con una richiesta di tagli più decisi ai costi da parte delle banche: si parla di almeno 130 milioni di euro sul costo del lavoro e 2mila esuberi, per un totale di 400 milioni di euro di tagli fino al 2022.
E rimane ancora da chiarire se e come avverrà la trasformazione del corto e medio raggio di Alitalia in versione low cost.