‘Ryanair non teme il fuel’La zampata di O’Leary

Era un po’ sparito dai radar. Il nuovo ruolo in Ryanair gli aveva imposto uscite più misurate. E così le sue uscite a effetto, lui sempre pronto a lanciare provocazioni, avevano lasciato il posto a lunghi silenzi. Ma il dna non mente e Michael O’Leary ha nuovamente tirato fuori dal cilindro alcune perle spaziando dal caro fuel ai sindacati, dalla questione bagagli alle tasse. Passando ovviamente per Alitalia, alla quale però ha riservato più lodi che critiche.

Nell’intervista pubblicata sul Corriere della Sera intanto si presenta: “Sono un obiettivo facile: con il carattere che ho puoi incolparmi di tutto”. In effetti nel corso degli anni è stato sotto attacco a più riprese, lui che non ha mai risparmiato nessuno. Ma è stato anche capace di offrire da bere a tutti i passeggeri dell’aereo per festeggiare la vittoria del suo cavallo. E dovremo avere a che fare con lui ancora a lungo visto che, tra il serio e il faceto, ricorda che dovrà lavorare ancora dieci anni, almeno fino a quando il figlio più piccolo se ne andrà di casa. E poi parte.

Fuel
Per Michael O’Leary se il prezzo del carburante sale, non è un problema. Per Ryanair è un opportunità. Anzi, “vorremmo che salisse sopra i 100 dollari così da fare fallire i vettori più fragili”. E uno; senza mezzi termini.

Sindacati
Ricorda di avere detto che prima che Ryanair sia sindacalizzata si ghiaccerà l’inferno. Poi si è arreso. Ma spiega che questo è successo perché il suo è un approccio pratico. Ora va bene così, ma confessa che ci sono state anche richieste folli dai sindacati.

Bagagli
Le nuove regole sono state il tormentone degli ultimi 12 mesi (dopo esserlo stato anche dei 12 precedenti, grazie ai repentini cambi delle regole). Tira dritte per la sua strada: “Non capisco perché l’Antitrust debba decidere con quanti bagagli bisogna salire a bordo”. Insomma, non molla la presa.

Tasse
Ecco, le tasse. “Se solo l’Italia ne avesse meno…”. Come dargli torto, direbbe ognuno di noi. Non è un segreto che Ryanair vorrebbe fare ancora di più in Italia (e ricordiamo che in passato ha confessato di essere innamorato dell’Italia). E anche l’obiettivo di 42 milioni di passeggeri sembra andargli stretto.

Alitalia
Non la compra. Ma sta alla finestra con la sua proposta di accordo per il feederaggio. Una sorta di patto win win. E fosse per lui lascerebbe ala guida i tre commissari per altri dieci anni: “Sono stati i migliori di tutti in Alitalia”, dice.

Cose tipo la toilette in aereo a pagamento o i voli in piedi fanno parte del passato. Anche se una società italiana sta continuando a lavorare ai sedili verticali. Però Michael O’Leary rimane sempre lui e basta dargli il là per fare la gioia di noi giornalisti.

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