Tagli in vista per Ryanair, che avrebbe in preventivo di eliminare 3 mila posti di lavoro, il 15 per cento dei 19 mila dipendenti attivi in Europa.
L’annuncio segue a quello di Iag, proprietaria di British Airways, Iberia e Vueling, che nei giorni scorsi ha anticipato la possibile riduzione di 12 mila posti di lavoro.
I tagli previsti
I tagli comprendono soprattutto i piloti e gli assistenti di volo e partiranno dal prossimo luglio. La compagnia prevede poi di diminuire gli stipendi fino al 20 per cento e di chiudere numerose basi in Europa. Intanto, l’a.d. Michael O’Leary ha concordato una riduzione della sua retribuzione del 50 per cento fino al marzo dell’anno prossimo.
Le previsioni
Ryanair prevede che ci vorranno almeno due anni per tornare alla normalità e che la domanda non riprenderà prima dell’estate 2022 e così i prezzi dei biglietti aerei.
La compagnia ha poi specificato che gran parte degli aerei della flotta resterà a terra fino a luglio, mentre fino a settembre volerà circa la metà della capacità programmata.
In dettaglio, Ryanair prevede di operare in aprile, maggio e giugno meno dell'1 per cento dei voli programmati per questo periodo, il che corrisponde a un traffico di meno di 150mila passeggeri, inferiore del 99,5 per cento rispetto al medesimo periodo del 2019. Il che si tradurrebbe in una perdita di 100 milioni di euro per aprile maggio e giugno, situazione che si verifica per la prima volta in questo periodo dell’anno.
Verso il 2021
E per l'intero anno fino a marzo 2021, Ryanair ora prevede di trasportare meno di 100 milioni di passeggeri, oltre il 35 per cento al di sotto dell’obiettivo originale di 154 milioni.
Rallentato anche il piano di sviluppo della flotta, che prevede la riduzione del 50 per cento della consegna di nuovi aerei da parte di Boeing.
Il ricorso alla Ue
O’Leary starebbe preparando anche un ricorso alla Corte Ue per gli oltre 30 miliardi di aiuti di Stato andati ad alcune compagnie rivali, in primis gruppo Lufthansa, Air France-Klm, Alitalia, Sas e Norwegian. La compagnia irlandese ritiene infatti che sul fronte prezzi, il traffico su orari di volo ridotti sarà stimolato da importanti sconti e da vendite sottocosto operati da vettori di bandiera resi forti dagli aiuti di Stato a discapito della concorrenza.