Il primo vero banco di prova sarà quello di questi giorni, quando le festività pasquali prima e i ponti di primavera poi inizieranno a mettere sotto stress la tenuta degli aeroporti, in particolare in Europa. Il livello di attenzione si è già alzato su alcuni scali, come Amsterdam e Heathrow, dove l’annosa carenza di personale unito ai rischi derivanti dalle minacce di sciopero, hanno già determinato alcuni tagli preventivi.
Ma un po’ tutta l’Europa del Centro Nord è in allerta, considerando che la domanda continua a crescere e le compagnie di riflesso hanno aumentato i voli fin quasi ai livelli del 2019. E non va meglio negli Stati Uniti dove proprio nelle scorse ore è intervenuta la Faa per lanciare un vero e proprio warning, concentrato per adesso sugli scali di New York, dove viene stimato un rischio di ritardi e cancellazioni superiore del 45 per cento rispetto allo scorso anno, già di per sé difficile.
L’analisi
Il tema è stato al centro di un incontro targato Eurocontrol, propedeutico alla diffusione del ‘Performance Review Report’ del 2023, nel quale non vengono utilizzati mezzi termini per dire che l’estate a cui andremo incontro sarà ancora difficile in tutto il Vecchio Continente e serve l’adozione di misure urgenti da parte di aeroporti e compagnie, oltre che degli organismi preposti, per predisporre contromosse per prevenire un eventuale peggioramento della situazione.
I fattori di rischio
L’analisi individua in particolare due fattori di rischio su tutti. Da una parte il perdurare del conflitto bellico in Ucraina che renderà ancora indisponibile un’ampia porzione di spazio aereo, costringendo così le compagnie a compiere salti mortali per i collegamenti. Dall’altra il fatto che in particolare gli aeroporti non sono stati in grado di rispondere in maniera adeguata all’annunciato aumento del traffico (tra l’altro ancora limitato per la mancanza di aerei e personale di cui soffrono i vettori), con una situazione che parrebbe così destinata a diventare peggiore del 2022.
Sempre Eurocontrol stima che nell’anno in corso il traffico in Europa recupererà ancora qualche punto percentuale sul 2019, con i picchi di traffico concentrati nel periodo estivo: periodo che rischierà di mandare al collasso l’intero sistema.