Scade oggi 16 agosto il secondo termine per il pagamento della cedolare secca del 21% sugli affitti brevi. Una scadenza che, in primo luogo, tocca il colosso del settore Airbnb, che alla prima deadline dello scorso 17 luglio, aveva fatto la voce grossa con il Fisco italiano, sostenendo la propria impossibilità tecnica ad adeguarsi agli adempimenti per via di tempistiche troppo risicate.
L’Agenzia delle Entrate aveva stimato che la riscossione della cedolare secca approvata nella manovrina di primavera e in vigore da luglio sugli affitti di case vacanza (inferiori dunque ai 30 giorni) avrebbe portato ossigeno per oltre 80 miliardi di euro, ma avendo Airbnb puntato i piedi, di fatto questa iniezione di liquidità non si è registrata.
Ora le sanzioni per chi non adempie possono arrivare sino al 30%, sebbene il versamento possa di fatto avvenire a partire dal prossimo 16 ottobre, poiché esiste la legge consente agli operatori un tempo massimo di 60 giorni per adeguarsi ai tecnicismi richiesti.