Gli albergatori di Firenze sul piede di guerra per l’emendamento alla finanziaria presentato alcuni giorni fa dal parlamentare fiorentino del Pd Federico Gianassi, con il collega ed ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi, per portare a 10 euro la tassa di soggiorno nelle grandi città.
La proposta prevede che le località che ospitano ogni anno un numero di visitatori superiore di 20 volte a quello dei residenti possano innalzare il contributo. Una misura che le associazioni di categoria del capoluogo toscano bocciano unanimemente. “Siamo arrabbiati, ma non del tutto stupiti - scrivono in una nota congiunta Assohotel Confesercenti Firenze, Aia Federalberghi Firenze e Confindutria Firenze Sezione Industria Alberghiera -. I Comuni non possono pensare di continuare a far cassa a spese del turismo trincerandosi dietro costi sostenuti per ordinarie manutenzioni e quant’altro. L'emendamento – tuonano - è irricevibile. E il fatto che arrivi da un ex assessore di Palazzo Vecchio rende tutto assai amaro”.
L’aumento della tassa - per gli albergatori fiorentini - potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà un comparto già messo a dura prova dal Covid e dai rincari. “Non ci si rende conto - continuano - che il settore viene da due anni drammatici per la pandemia e ora il rialzo dei costi energetici vanifica in buona parte la ripresa. Così come non ci si rende conto che una famiglia di 4 persone per una notte in hotel si trova a pagare 40 euro in più del prezzo della camera. E per cosa?”
Le richieste
Rivendicando di aver più volte chiesto nel periodo ante Covid “una diversa rimodulazione delle tariffe, al ribasso, inserendo criteri che favoriscano la destagionalizzazione”, nonché “strumenti di premialità per coloro che scelgono di soggiornare nella nostra città”, le associazioni chiedono di essere coinvolte nella decisione. “Vogliamo esprimerci sulle scelte che vanno a incidere sulle politiche turistiche e non essere sempre spettatori di decisioni già prese poiché ci riteniamo attori principali dell’ospitalità”.