Affitti brevi,
guida al Cin,
le procedure
e le sanzioni

Mancano ormai 3 settimane all’entrata in vigore del Cin, il Codice Identificativo Nazionale che dovrebbe cambiare per sempre il mondo degli affitti brevi. “Si tratta di una svolta epocale - ha commentato il ministro Daniela Santanchè -. Per la prima volta faremo dialogare 21 sistemi regionali e provinciali diversi”. L’obiettivo è infatti quello di fare emergere il sommerso e l’illegalità.

Il Cin è entrato in funzione in via sperimentale da giugno in Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche e Sicilia. In questi giorni sono state abilitate anche Sardegna, Liguria e Molise. Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano saranno le prossime. Poi si passerà, in questo ordine, ad Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Campania.

La tabella di marcia

Entro il primo settembre tutte le regioni saranno nel database e la piattaforma nazionale sarà attiva. Da questo momento ci saranno ancora 2 mesi di tolleranza per mettersi in regola, mentre da gennaio 2025 inizieranno i controlli incrociati di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza e scatteranno le conseguenti sanzioni.

Ad essere interessati da tale provvedimento saranno tutti i titolari di affitti brevi, ovvero quelli della durata inferiore ai 30 giorni, sia se gestiti in forma imprenditoriale (gestione di più di 4 strutture) che no.

Come ottenere il Cin

Per ottenere il Cin bisognerà collegarsi, tramite Spid o CIE, alla piattaforma bdsr.ministeroturismo.gov.it. Una volta controllati i dati relativi alla struttura o locazione di pertinenza, si potrà procedere con l’istanza.

Il rilascio del numero non sarà immediato. Il Ministero prevede di arrivare nei prossimi mesi a circa un milione di Cin. Quest’ultimo andrà poi esposto sia in sede che su tutti gli annunci di affitto.

Per ottenere il Cin, oltre quanto normalmente già richiesto dai Comuni, sarà necessario avere nelle proprie strutture anche rilevatori di fumo ed estintori.

Si prevedono multe salate, fino ad 8 mila euro, che colpiranno sia i proprietari senza codice, che chi pubblicizza. È per questo che le grandi piattaforme di intermediazione come Booking o Airbnb hanno già raggiunto un accordo col Governo: non pubblicheranno più annunci di strutture sprovviste di Cin.

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