Caramanna su Cin
e affitti brevi:
“Siamo alla svolta”

Procede a ritmo spedito la creazione della Banca Dati delle Strutture Ricettive gestita dal Ministero del Turismo. L’obiettivo è raccogliere tutte le strutture presenti sul territorio nazionale, comprese quelle extralberghiere e gli appartamenti destinati alla locazione breve. Un passo cruciale sarà l’implementazione del Cin, rilasciato solo alle strutture a norma di legge.

Gianluca Caramanna, responsabile nazionale del dipartimento Turismo e consigliere del Ministro del Turismo, ha illustrato a TTG Italia gli sviluppi di questo progetto sottolineando l’importanza delle locazioni brevi per l’economia italiana.

“Le locazioni brevi sono un valore aggiunto per la nostra economia e per tantissime famiglie. Il turismo del 2023 ha dimostrato che quasi il 50% del totale della ricettività italiana proviene da questo settore. In molte aree del nostro Paese, la disponibilità alberghiera non è sufficiente per soddisfare la domanda turistica, e le locazioni brevi hanno colmato questa lacuna. Non credo che debbano essere limitate, ma certamente regolamentate”.

I dati

Commentando i dati della fase sperimentale del Cin, iniziata a giugno 2024, Caramanna afferma “Sta andando molto bene. Al momento nove regioni – Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Veneto, Sardegna e Liguria – hanno iniziato a trasformare i Codici Identificativi Regionali in Cin. Su 276mila strutture registrate, sono stati già rilasciati quasi 20mila Cin. In poche settimane, abbiamo raggiunto il 7% delle strutture registrate. Un buon risultato. Nei prossimi mesi, credo che il Cin prenderà sempre più piede, e anche le strutture non ancora registrate col Cir potranno adeguarsi. Senza il Cin non potranno più lavorare su alcune piattaforme e non avranno visibilità né intermediazione. Consigliamo a tutti di passare al Cin il più velocemente possibile per mettersi in regola”.

I tempi

Entro settembre 2024, tutte le strutture dovranno adeguarsi. Questo permetterà di passare da un censimento regionale a una banca dati nazionale, visibile sul grande portale Italia.it. Inoltre, daremo alle grandi società di intermediazione un unico interlocutore, il Ministero del Turismo, invece delle 20 regioni. Questo semplificherà i sistemi, che dovranno recepire un solo codice”.

Le sanzioni

Ci saranno sanzioni per chi non si adeguerà. “Chi non avrà il Cin sarà soggetto a multe che vanno da 800 a 8.000 euro, in base alle dimensioni della struttura. Per la mancata esposizione del bollino, la multa va da 500 a 5.000 euro, con l’immediata rimozione dell’annuncio. La stessa multa è prevista in caso di mancata indicazione sugli annunci dei portali di intermediazione e sul proprio sito web”.

“Il Cin sarà un ottimo strumento per combattere l’abusivismo e la concorrenza sleale, offrendo allo stesso tempo servizi più immediati e trasparenti per gli utenti”.

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