Opportunità e rischi dell’IA: un vademecum per le aziende

L’Intelligenza artificiale non si può più ignorare. “Ci sono professioni che non esisteranno più perché integrate o rivoluzionate - ha detto a TTG a Rimini Antonio Barreca, vicepresidente Turismi.ai, Associazione Italiana di Ospitalità -. Bisogna imparare a interagire con le macchine e investire sulla formazione e sull’aggiornamento continui”. C’è chi come Giulio Contini, direttore generale della Scuola Italiana di Ospitalità e Sara Digesi ceo di BWH Hotel Italia & Malta, ha sottolineato come “il rapporto umano con l’ospite e con il territorio in realtà può essere agevolato dall’IA dandole input corretti” e come, nonostante si sia ancora in fase esplorativa, ci siano strumenti in grado di rilevare le preferenze dei clienti, tararle in maniera personalizzata e capire quali siano le recensioni veritiere e quali no.

Massimiliano Schiavon, presidente Its Academy Turismo Veneto, ha aggiunto: “L’IA potrà aiutare anche il mondo delle pmi a diventare più produttive e abbinata alla creatività degli italiani potrà essere determinante a colmare certi gap”. Mirko Lalli, ceo & founder di The Data Appeal Company, è stato invece categorico nel porre l’accento sulla velocità del cambiamento: “Tutto quello che abbiamo imparati negli ultimi anni in termini di digital marketing è superato. I dati dicono che i viaggiatori usano già l’IA. Non abbiamo nemmeno una generazione per assorbire il cambiamento che avviene in settimane e non c’è assolutamente tempo da perdere. Occorre provare e sperimentare e continuare a curare i propri contenuti e la propria reputazione perché è su questi temi che l’intelligenza artificiale viene addestrata”.

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