Il Veneto non perde la sua forte capacità attrattiva. Anche se il 2018 non è riuscito a replicare il primato dell’anno precedente, i dati ufficiali del turismo regionale 2018 indicano comunque un incremento di arrivi, ora oltre la soglie dei 19,5 milioni, mentre le notti sono state oltre 69 milioni, con italiani in aumento di 1,6 punti percentuali e una leggera flessione degli stranieri: -0,4 punti.
“Pensare di demolire ogni anno i record di arrivi e presenze sarebbe ancor prima che illusorio sbagliato - commenta l’assessore veneto al Turismo, Federico Caner -; è oggettivamente impossibile puntare a un incessante incremento degli ospiti e soprattutto può essere ingannevole valutare unicamente attraverso questo indicatore il livello di competitività della nostra offerta turistica. Ciò detto, anche l’anno scorso, rispetto al precedente, pur registrando qualche arretramento in alcuni comprensori, il bilancio numerico del turismo nel Veneto si chiude ancora una volta con il segno più sia alla voce arrivi, +2,2%, sia alla voce presenze, +0,2%”.
Attenti al ritorno dei competitor
E, sottolineando come alcuni competitor mediterranei e nordafricani si stiano riposizionando sui mercati internazionali, aggiunge: “Occorre continuare a investire in termini di idee e creatività, di innalzamento qualitativo delle strutture e dei servizi, soprattutto negli ambiti più maturi della nostra offerta, come il mare, appunto, ma anche la montagna, che pure ha fatto segnare nel 2018 un aumento del 4,4% degli arrivi e una sostanziale tenuta nelle presenze”.
Sono, dunque, proprio i prodotti più tradizionali dell’offerta veneta quelli che si devono misurare con una concorrenza più ampia e forte “e risultano pertanto più vulnerabili - conclude Caner -: sta a noi saperci rinnovare con continuità”.