Dietro il motore economico del turismo italiano c’è lo shopping. L’ultimo studio presentato da Risposte Turismo a Bologna, in occasione della terza tappa dello 'Shopping tourism in tour 2022', evidenzia la stretta correlazione fra arrivi stranieri e tenuta del Pil: “Fra giugno e ottobre - spiega Francesco Di Cesare (nella foto), presidente di Risposte Turismo - Molise, Campania, Liguria, Lombardia, Lazio, Sardegna e Piemonte hanno raggiunto valori pari, o addirittura superiori, rispetto ai dati pre-Covid del tax free shopping: segmento che, nel suo complesso, raccoglie 2 milioni di turisti deliberatamente votati al viaggio d’acquisto in Italia, per una spesa di 2,6 milioni di euro registrata solo nelle città di Milano, Firenze, Venezia e Roma. Se 6 stranieri su 10 acquistano prodotti enogastronomici, anche il 15% dei business traveler ama sostenere una spesa di gratificazione”.
Lo shopping nel Belpaese incide per il 14% nelle motivazioni di visita dei brasiliani, ma risulta una voce sensibile pure per britannici (9%), statunitensi (8%) e tedeschi (8%). Lo shopping tourist si rivela un ottimo repeater (71%), attratto dai saldi (67%) e affascinato soprattutto dai negozi al dettaglio dei centri storici (61%), tipicità riconosciuta all’Italia rispetto ad altre destinazioni competitor. Cresce infatti l’interesse per le cosiddette 'botteghe del saper fare' (63%), dove l’acquisto viene contestualizzato nella sua tradizione artigianale, favorendo una spesa media di 105 euro al giorno.
Alberto Caspani