Condivide la necessità di prevenire rischi, ma chiede di valutare possibili alternative al riconoscimento de visu dei turisti che prenotano gli appartamenti. Aigo Confesercenti commenta così la circolare ministeriale che obbliga i proprietari di case per vacanze a riconoscere di persona i loro clienti, rinunciando in questo modo al check-in da remoto.
In una lettera inviata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al ministro del Turismo Daniela Santanchè l’associazione di categoria chiede un incontro urgente per esaminare “possibili alternative digitali e telematiche al riconoscimento di persona degli alloggiati presso le strutture extralberghiere e le locazioni turistiche”.
Il caso degli aeroporti
Allo stato attuale, continua l’associazione, negli aeroporti è attiva la tecnologia che attraverso l’Intelligenza artificiale aiuta il riconoscimento del soggetto che presenta il documento. “Se ritenuta sicura negli aeroporti - sottolinea Aigo Confesercenti - ci chiediamo se può essere ritenuta sicura anche per i check-in a distanza. Esistono già applicativi che utilizzano questa tecnologia sul mercato. Anche la tecnologia di rilascio dello Spid può avvenire a distanza”.
Aigo Confesercenti, sottolinea la nota, condivide fermamente la necessità di prevenire rischi per la sicurezza e l’ordine pubblico in vista degli importanti eventi politici, culturali e religiosi che avranno luogo nel prossimo futuro nel nostro Paese, anche alla luce della complicata situazione internazionale. Detto questo, però, occorre anche rimarcare come il settore extralberghiero sia “uno dei pilastri più saldi della nostra economia nazionale. La nostra percezione - continua Aigo Confesercenti - è che stiamo perdendo la via della ricerca di una convivenza sicura tra turisti, residenti e lavoratori nelle nostre città e stiamo rendendo sempre più difficile la vita ai gestori. In ambito di competizione internazionale rischiamo di mettere le imprese ricettive italiane in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a quelle estere”.
La questione delle key box
E mentre a Firenze, Napoli e Roma “si sta assistendo a casi di rimozione forzata delle key box da parte delle polizie municipali apposte su proprietà private, fermo restando la nostra contrarietà come associazione alle key box, riteniamo ci siano valide e più decorose alternative da poter prendere in considerazione, dando tempo ai gestori per adeguarsi come è consueto fare in ogni transizione”.
Per l’associazione è dunque necessario trovare una soluzione “che tenga anche conto del decreto del sostituto procuratore di Roma Alessandro Di Cicco, che non ha convalidato il sequestro probatorio delle key box, poiché non è stato accertato se le strutture titolari delle box avessero o meno proceduto a identificare personalmente gli ospiti”.