Uno shock molto forte, ma anche una grande opportunità per i competitor, che ora hanno l’occasione di tornare a investire nel Paese. Il crollo di Thomas Cook ha avuto sui player turistici della Tunisia un’eco fin troppo amplificata, spiega il ministro del Turismo René Trabelsi, intervenuto al Wtm di Londra per fare il punto della situazione sull’inbound tunisino.
“In realtà - specifica - il business di Thomas Cook rappresentava solo il 3% del traffico turistico complessivo della Tunisia. Tuttavia il suo crollo è stato avvertito in modo sproporzionato tra le varie destinazioni del Paese”.
Scenari nuovi per il tour operating
Ora, però, si aprono nuovi scenari, con Tui pronto ad espandere le sue operazioni nel Paese e player del calibro di Jet2holidays e del nuovo arrivato easyJet Holidays in pista per raccogliere parte dell’eredità di Thomas Cook. “Molti albergatori sono stati spiazzati dalla vicenda - racconta -, anche perché avevano fatto ingenti investimenti per raggiungere gli standard qualitativi richiesti dall’operatore in termini di servizi, sicurezza e igiene”.
Adesso, però, si stanno facendo avanti altri attori del comparto “anche perché a un certo punto Thomas Cook pretendeva l’esclusività di alcune strutture, bloccando di fatto gli allotment degli altri operatori. Adesso, invece, le porte sono aperte e gli incontri con t.o. e compagnie aeree stanno precedendo a ritmo serrato”.
I mercati emergenti
Intanto il lavorio incessante degli attori della filiera ha fatto sì che la Tunisia sia ora vicinissima al suo obiettivo iniziale: raggiungere i nove milioni di arrivi entro l’anno. “Ha contribuito molto lo sforzo per catturare i mercati emergenti - sottolinea il ministro -. Uno su tutti quello russo, passato da circa 100mila arrivi del 2016 a 625mila lo scorso anno, con la previsione di superare le 725mila unità per il 2019".
Stefania Galvan