Stati Uniti, Regno Unito e Israele. Sono questi i tre mercati turistici chiave che l’Unione europea non vuole perdere. Anche perché la concorrenza non manca e il settore travel è troppo importante per abbandonarlo completamente alle altre destinazioni.
I tre mercati in questione, come racconta oggi il Corriere della Sera, sono fondamentali non solo per la capacità di spesa, ma anche perché rappresentano i Paesi più avanti con la campagna di vaccinazione. Dunque un bacino di turisti ‘sicuri’ e con disponibilità economica.
Il progetto al vaglio della Commissione sarebbe quello di consentire l’ingresso in Ue per motivi non essenziali non solo a tutte le persone che arrivano da Paesi ‘sicuri’ (ovvero in cui il Covid ha un’incidenza bassa) ma anche a tutti coloro che hanno ricevuto l’ultima dose di uno dei vaccini approvati dall’Ue.
Le decisioni degli Stati
Bisogna tuttavia precisare che l’apertura o meno dei confini è di competenza dei singoli Stati. Quindi quelle dell’Unione sarebbero sostanzialmente delle raccomandazioni non vincolanti e resta la possibilità che i Paesi dell’Ue impongano misure di contenimento per gli arrivi dall’estero o da determinati Paesi.
Ma la Commissione avrebbe anche intenzione di proporre regole meno rigide per considerare un Paese sicuro dal punto di vista epidemiologico. Tuttavia potrebbe essere previsto anche un ‘freno di emergenza’ se la situazione dovesse peggiorare improvvisamente.