Incentivi economici per charter e voli low cost, ma anche campagne di co-marketing. È la formula su cui il Governo egiziano ha intenzione di puntare per favorire gli investimenti delle compagnie aeree e facilitare la rimonta di un Paese che, ha sostenuto il ministro del Turismo e delle Antichità, Ahmed Eissa (nella foto), “dovrà diventare la prima destinazione turistica del mondo”.
“Il supporto economico - ha spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa all’ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto a Roma - viene dato sia alle low cost che alle compagnie che attivano charter, su operazioni che hanno raggiunto un certo load factor, con un valore che cambia da un aeroporto all'altro: ad esempio a Taba, dove ad oggi la richiesta è inferiore, il load factor per ottenere gli incentivi è più basso. Si tratta di un programma che è stato accolto molto positivamente dai vettori e oggi coinvolge una dozzina di compagnie tra cui Neos, easyJet, Condor, Wizzair e diverse aziende che fanno charter”.
La novità rispetto al passato è che, ha proseguito Eissa, “adesso i vettori possono beneficiare anche di campagne di co-marketing che prima erano disponibili solo per i tour operator: noi forniamo il contenuto già pronto, sostenendo poi circa il 50% del valore della pubblicità dell'azienda". L'intento, ha precisato il ministro, è di "implementare questo tipo di accordi con le compagnie aeree e gli aeroporti per incrementare i voli non solo su Sharm el-Sheikh, ma su tutte le destinazioni dell’Egitto”. Secondo le previsioni del Governo, le politiche a sostegno del comparto aereo porteranno quest'anno ad aumentare il numero di posti voli offerti sull’Egitto del 35% rispetto al 2022 e di un ulteriore 30% nel 2024.
A livello di arrivi, il ministro ha invece sottolineato che l’Egitto sta vivendo una fase di forte rilancio: “Nel 2023 ci aspettiamo di accogliere il numero record di 15 milioni di turisti e, mentre a livello mondiale gli arrivi internazionali non hanno ancora recuperato i livelli del 2019, in Egitto i numeri del primo trimestre mostrano un aumento dell’11 per cento rispetto al 2019”.
È tornato a correre anche il mercato italiano: “Da gennaio ad aprile abbiamo accolto 257 mila italiani con la prospettiva di chiudere il 2023 raggiungendo i 700/800 mila arrivi”.