Attesa, prudenza, scetticismo oppure fiducia. Passata la sbornia dell’annuncio, gli umori intorno all’apertura dei corridoi verso sei destinazioni si stanno facendo ora altalenanti e spaziano un po’ su tutti i fronti. Chi si affida ai social, chi manda comunicati e chi ancora parte subito con le prime newsletter condite di offerte per ripartire.
Ma soprattutto si cerca di fare sentire la voce del settore su due punti in particolare: è un primo passo a cui ne deve seguire un altro, ovvero la riapertura pressoché totale del mercato; servono poche regole chiare ed è necessario evitare protocolli complicati che non facciano altro che scoraggiare il cliente.
La prima reazione
Le associazioni di categoria riunite in una voce unica lo hanno messo in chiaro da subito: “Non sarà la piccola lista di destinazioni sbloccate in queste ore a risolvere i nostri problemi – hanno scritto in una nota -. Ci vorrà ben altro per consentirci di limitare i danni in un 2021 che finora è peggiore persino del 2020 e che mette a rischio 40mila lavoratori del turismo organizzato italiano”.
Però resta innegabile il fatto che questa mossa sarà quella che riuscirà perlomeno a dare una prima scossa al mercato, una piccola iniezione di fiducia: “Aspettiamo questo momento da quando sono stati chiusi i confini – ha detto Eyal Amzallag, managing director di Sud Europa, Medio Oriente e Mercati Emergenti di Club Med -. Non vediamo l’ora di accogliere i nostri clienti in sicurezza con tante novità e il nostro protocollo Insieme in Sicurezza”. “Dalle prime positive notizie che arrivano siamo fiduciosi che il picco di crisi sia superato – gli fa eco Claudio Busca, direzione generale Bluvacanze - e che si possa intraprendere la tanto desiderata ripresa operando congiuntamente con la filiera”.
Agenti sui social
In questo contesto le agenzie di viaggi restano per il momento alla finestra e accolgono le prime richieste dei clienti, raccontando sui social sentimenti opposti dalla partenza a razzo delle vendite fino alle zero pratiche nonostante tutto. Anche perché, come fa notare Danielle Di Gianvito, marketing representetive Seychelles Tourism Italia, una delle mete ‘sbloccate’, “l’Italia ha autorizzato i viaggi in notevole ritardo rispetto anche ad altri Paesi europei, imponendo oltretutto una serie di macchinose procedure sanitarie che poco hanno a che vedere con la sicurezza ben accertata della nostra destinazione. Ci aspettiamo che il Governo opti per una loro semplificazione già entro un mese”.
E aggiunge l’amministratore delegato di Welcome Travel Group Adriano Apicella: "Non è aprendo qualche destinazione che si risolve tutto. Le aperture da sole non bastano, occorre lavorare sui protocolli, che al momento sono molto rigidi. In questa fase serve grande attività di comunicazione al cliente da parte delle agenzie. Comunque, abbiamo raggiunto un primo obiettivo, un importante segnale per le adv, che ridia un minimo di prospettiva per il futuro”.
Insomma, c’è ancora molto da fare ed è necessario farlo al più presto. Anche perché all’orizzonte si profila un’altra nube, ovvero quello della carenza dei posti, perché molti altri Paesi si sono mossi prima.